Associazione Astrofili Trentini
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Il futuro della Luna


L'uomo abiterà sulla Luna? La domanda non è né retorica né fantascienza, anche se i tempi di sicuro non potranno essere brevi. Avere degli insediamenti umani stabili sul nostro satellite comporterebbe una serie di vantaggi non indifferenti, perché la Luna è da un lato molto vicina a noi, e quindi rapidamente e facilmente raggiungibile, ma al tempo stesso possiede un ambiente molto diverso da quello terrestre. Così, per esempio, la limitata forza di gravità (1/6 di quella che abbiamo sulla Terra) permetterebbe di organizzare missioni dirette verso lo spazio più lontano con un enorme risparmio di energia: il carburante e la potenza che servirebbero per decollare dalla Luna sono solo una frazione di ciò che è necessario per staccarsi dal suolo terrestre. Ancora, la mancanza di un'atmosfera che riduca i raggi di luce che arrivano dalle stelle, permetterebbe di costruire sul nostro satellite dei telescopi capaci di "vedere" molto più lontano di quelli terrestri: sullo stesso principio si fonda il telescopio spaziale "Hubble", che però essendo in orbita attorno alla Terra ha dimensioni limitate e richiede una serie di manutenzioni particolari ed assai costose. La mancanza di atmosfera permetterebbe altresì di svolgere con maggiore facilità esperimenti scientifici (o certe attività industriali) che sulla Terra richiedono la creazione del vuoto in laboratorio con particolari apparecchiature.

Riuscire a costruire sulla Luna una "colonia", comunque la si possa immaginare, non è tuttavia di sicuro un'impresa semplice. In particolare, uno dei problemi più grossi è quello delle materie prime e, più in generale, dell'approvvigionamento di tutto ciò che è necessario per sopravvivere. Al primo posto nella graduatoria generale per importanza, ovviamente, c'è l'acqua, elemento fondamentale per la vita. E proprio a proposito dell'acqua sono emerse, negli ultimi anni, una serie di novità molto interessanti, che fanno ritenere possibile, se non addirittura probabile, che sulla Luna ci siano già delle notevoli quantità di questo elemento. Che si troverebbe, sotto forma di ghiaccio, nelle zone intorno ai poli, dove il sole resta sempre all'orizzonte e quindi non è in grado di sciogliere eventuali masse ghiacciate che si trovassero, per esempio, dentro a crateri o avvallamenti naturali. Due sonde automatiche americane, la Clementine (lanciata nel 1994) e la Lunar Prospector (del 1998) hanno rafforzato questa straordinaria ipotesi. Una conferma definitiva però non c'è ancora: solo una missione mirata a questo specifico scopo potrà chiudere definitivamente la questione.


Marco Fedel (marcofedel@geocities.com)
luglio 1999


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