Associazione Astrofili Trentini
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La stella Sole


Il Sole, la stella da cui il nostro pianeta terra riceve la luce e il calore che permettono l'esistenza della vita, è un'enorme sfera infuocata, con un diametro di 1.400.000 chilometri: tanto per fare un confronto, il diametro terrestre è di "solo" 12.700 chilometri, il che significa che nel Sole troverebbero posto qualcosa come 1.300.000 Terre! Una enorme palla di fuoco, dunque, composta quasi interamente di due gas, idrogeno ed elio, sebbene in piccole tracce siano presenti anche tutti gli altri elementi chimici che si trovano sul nostro pianeta.

Il sole esiste da circa 5 miliardi di anni, e funziona come una specie di gigantesco motore: nella sua parte più interna, migliaia di chilometri sotto la superficie che noi possiamo osservare, e con temperature di milioni di gradi, avvengono reazioni nucleari che trasformano l'idrogeno in elio, liberando quantità enormi di energia: l'idrogeno quindi va diminuendo nel tempo, mentre aumenta l'elio, e quando di idrogeno non ce ne sarà più a sufficienza, il sole comincerà a fondere anche i nuclei di elio; quando finirà anche questo la nostra stella diventerà una variabile e non troverà mai una situazione di stabilità. Dopo aver raggiunto dimensioni gigantesche, tanto da inghiottire la terra nel suo globo, tornerà a rimpicciolire e comincerà a pulsare. Infine avrà un ultimo sussulto: sembrerà esplodere e apparirà per breve tempo molto luminosa e lancerà nello spazio una piccola porzione della sua atmosfera. Il resto della sua materia a causa della forza di gravità collasserà al centro facendola diventare luminosissima. In questo momento la sua massa sarà raccolta in volume un milione di volte più piccolo di quello attuale. Tuttavia, almeno per ora, non è il caso di preoccuparsi: l'idrogeno presente nel sole durerà infatti almeno per altri 5 miliardi di anni.

La maggior parte delle informazioni sulla storia passata e futura del nostro sole non le abbiamo ricavate direttamente, ma ci siamo basati sui "frammenti di vita " delle altre stelle, osservandone nascere una, morire un'altra e cercando di trovare dei criteri che potessero predire cosa sarebbe successo al nostro sistema in un lontano futuro. Si è scoperto così come varia la vita di una stella al variare della sua massa... È stato detto che il sole avrà una vita di circa 10.000 milioni di anni: ebbene, l'idrogeno di una stella con dieci volte la massa del sole può durare solo 10 milioni di anni. Insomma, più grande è la stella, più si consuma in fretta: non ci si può aspettare quindi dei sistemi planetari simili al nostro... in così poco tempo (poco, astronomicamente parlando, si intende!) i pianeti non arrivano neanche a raffreddarsi e restano delle sfere di magma praticamente fino alla fine della loro stella. Quindi l'esistenza della vita sui pianeti richiede una certa stabilità e soprattutto un lungo tempo per potersi evolvere.

Il sole, questa enorme e poderosa fornace, per quanto impressionante non è che una delle miliardi di stelle che popolano il nostro universo, e tutto sommato è anche fra le più piccole: molte delle stelle che vediamo ogni notte, e che ci appaiono come puntini magari insignificanti, sono in realtà molto più grandi e potenti del sole. Se da qualche parte nel cosmo dovessero esistere altre forme di vita, molto probabilmente non conoscerebbero il sole, che da grande distanza è solo una stella debolissima, superata da autentici "giganti" molto più grandi e luminosi.

Se da terra il sole ci appare molto più grande e luminoso delle altre stelle è dunque, naturalmente, per una questione di distanza: rispetto alle lontananze quasi inimmaginabili che esistono fra i corpi celesti, in effetti, noi siamo davvero a un "tiro di schioppo" dalla nostra stella. Tradotto in soldoni, però, anche questo tiro di schioppo non è che sia una bazzecola: si tratta pur sempre, infatti, di 149.000.000 (centoquarantanove milioni) di chilometri. Una distanza che già di per sé va oltre la nostra immaginazione: la stessa luce che dal sole parte per raggiungere la terra impiega otto minuti per compiere il suo tragitto, pur viaggiando alla bellezza di 300.000 chilometri al secondo. Quindi, per usare una tipica unità di misura adoperata dagli astronomi, possiamo dire che il sole dista dalla terra otto minuti-luce: tanto per fare un esempio, la seconda stella più vicina alla terra è Proxima Centauri, che dista quattro anni-luce...

La "vita quotidiana" della nostra stella, per quanto nell'universo esistano situazioni molto più sconvolgenti e imprevedibili, è tutt'altro che pacifica: la sua superficie assomiglia, fatte le dovute proporzioni, a quella di un fluido in ebollizione, con la differenza che qui le bolle non sono di acqua, ma di fuoco, e sono grandi ognuna molti chilometri. Inoltre sulla superficie, la cui temperatura media è di oltre 5.000 gradi, esistono delle aree meno calde, che appaiono più scure e sono a volte visibili anche a occhio nudo (guardando attraverso un paio di occhialini con appositi filtri o un'altra protezione adeguata, naturalmente...): sono le macchie solari. Queste macchie si trovano negli strati più bassi dell'atmosfera e ci appaiono quasi nere per contrasto rispetto alla luminosità della fotosfera; molto spesso si presentano a coppie, con polarità magnetica opposta nei due emisferi separati dal equatore. Le interpretazioni che si danno oggi a questo fenomeno sono legate alle loro caratteristiche magnetiche. In un periodo di circa 11 anni le macchie passano da un valore massimo a un valore minimo per poi ripetere il ciclo; durante questo periodo oltre che osservare uno spostamento in latitudine del punto di formazione delle macchie si ha anche un cambiamento di polarità che si ripete appunto ogni 11 anni. Non si sa bene in che modo le macchie influenzino la nostra vita ma ad esempio le ricezioni radio a lunga distanza sono molto migliori negli anni in cui le macchie solari sono più grandi e numerose.

Vi sono poi alcune parti del sole che non sono molto conosciute, perché osservando direttamente la nostra stella non si notano: sono infatti molto meno luminose del disco centrale (che è quello che vediamo ogni giorno), e quindi sono come "surclassate" dalla sua luce. Sono in particolare la cromosfera e la corona, che circondano il sole, costituite rispettivamente da gas incandescenti e da gas elettricamente carichi. Il momento migliore per osservarle è proprio durante un'eclissi totale, nel momento in cui l'ombra della luna copre il disco centrale del sole: allora la cromosfera appare come un sottile alone rosa, mentre la corona, più estesa ma ancora meno luminosa, si rivela di colore bianco. Sempre le eclissi possono essere un'occasione favorevole per osservare le protuberanze: sono vere e proprie lingue di fuoco che partono dalla superficie del sole e sono scagliate verso l'alto, arrivando anche a 40.000 chilometri di altezza.

La quantità di energia che il sole emette nel cosmo è immensa: in un solo secondo più di quanta l'umanità ne abbia finora consumato in tutta la sua storia! E la parte di tale energia che arriva sulla terra, per quanto piccola, è in realtà tutt'altro che trascurabile: ogni metro quadrato della superficie terrestre riceve, sotto forma di luce e calore, circa 1000 watt, cioè il consumo di un comune elettrodomestico come un ferro da stiro. Naturalmente, poi, un conto è misurare l'energia che ci arriva dalla nostra stella, un altro (purtroppo) è riuscire ad "acchiapparla" per servirsene: se fosse possibile, molti problemi che oggi ci assillano non esisterebbero neppure.


Marco Fedel (marcofedel@geocities.com)
agosto 1999


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