Associazione Astrofili Trentini
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Fotografare l'eclisse di Sole


Il fenomeno dell'eclisse di Sole, per quanto riguarda la fotografia può essere distinto in tre momenti diversi:

Per le due fasi di parzialità la fotografia non differisce rispetto a quella del disco solare non parzialmente eclissato. Infatti a differenza delle eclissi di Luna, nelle quali l'ombra terrestre è preceduta dalla penombra che diminuisce sensibilmente la luminosità del disco lunare ancora illuminato, ciò non si verifica per le eclissi di Sole, nelle quali al massimo si può tenere conto dell'oscuramento al bordo, che lo rende all'incirca due volte meno brillante del centro del disco. Dato però che quello che conta nella fotografia è la luminosità unitaria, che rimane invariata per la parte del disco Solare non eclissato, la corretta esposizione non differisce sensibilmente da quella necessaria a fotografare il Sole in tutto il suo splendore.

Il Sole è l'astro di gran lunga più brillante del nostro cielo, si può stimare che sia ben 500.000 volte più brillante della luna piena. In conseguenza di ciò bene si intuisce che il problema principale nella fotografia solare è l'eccessiva luminosità, non esiste infatti otturatore così veloce o diaframma così chiuso da consentire la corretta esposizione del Sole anche utilizzando le pellicole meno sensibili oggi disponibili. Sarà quindi senz'altro necessaria l'adozione di appositi filtri in grado di diminuire di diverse migliaia di volte la luminosità del nostro astro. In commercio esistono sostanzialmente due tipi di filtro solare, quelli in vetro e quelli in materiale plastico, vediamo brevemente come sono costruiti.

Filtri in vetro: sono formati da una lastra di vetro ottico a facce piane e parallele sulla quale viene steso un sottilissimo strato di una lega inossidabile di nickel-cromo, che costituisce il filtro vero e proprio, in quanto il vetro funge solo da supporto. Il maggiore problema dei filtri in vetro è che la luce deve attraversare tutto lo spessore del vetro di supporto, che per ragioni costruttive e di resistenza non è mai inferiore a 3-4mm, introducendo nell'immagine ottenuta dei "difetti", in gergo chiamati aberrazioni, che se trascurabili per l'uso visuale del filtro, possono dare problemi nell'uso fotografico. Il costo di filtri così costruiti può arrivare anche ad alcune centinaia di migliaia di lire.

Filtri in plastica: sono formati da una sottilissima pellicola in poliestere sintetico, chiamata mylar, dello spessore non superiore a 10-15 micron, sulla quale viene steso un altrettanto sottile strato di metallo riflettente in questo caso alluminio, che come nel filtro in vetro costituisce il vero elemento filtrante, essendo anche in questo caso il mylar solo il supporto. A differenza del vetro dato il modestissimo spessore del supporto in mylar, non vengono introdotte nell'immagine aberrazioni apprezzabili, l'uso di questi filtri è quindi senz'altro consigliato nella fotografia, unico punto debole è proprio la sottigliezza del filtro che lo rende estremamente fragile nel caso di piccoli urti od attriti. I filtri in mylar difficilmente superano come costo le 100-150 mila lire.

Una volta scelto il filtro dobbiamo decidere che obiettivo usare. La decisione dipende esclusivamente da quale livello di dettaglio vogliamo registrare sulla nostra fotografia. Come ben saprete un obiettivo ingrandisce tanto di più l'immagine sul negativo, quanto più lunga è la sua focale. La focale minima non dovrà scendere al di sotto dei 200mm e non dovrà superare gli 800mm quest'ultimo valore dato dal fatto che una focale più lunga produrrebbe un'immagine del Sole più grande del negativo stesso e quindi non saremo in grado di riprendere il nostro astro nella sua interezza. Buoni risultati si possono ottenere anche con il classico 50 mm, che permetterà di riprendere anche i pianeti vicino al Sole. Dato il forte ingrandimento che gli obiettivi compresi nell'intervallo di focale scelto offrono, sarà senz'altro opportuno dotare la macchina fotografica di un cavalletto di supporto e di uno scatto flessibile, altrimenti ben difficilmente otterremo delle immagini ferme. Fatto ciò ASSICURATICI DI AVER MONTATO IL FILTRO SULL'OBIETTIVO, centriamo il Sole nella macchina ed iniziamo a fare degli scatti a tempi via via crescenti, partendo da una velocità dell'otturatore di 1/4 di secondo (solitamente con l'uso di filtri commerciali e pellicole da 100 ISO i tempi esatti si possono stimare in circa 1/125 - 1/250 di secondo) ed arrivando al tempo più veloce che la nostra macchina ci consente. Se avremo eseguito una corretta messa a fuoco del Sole all'interno della macchina fotografica ed avremo eseguito degli scatti senza imprimere alla macchina urti o vibrazioni saremo sicuri di essere riusciti a realizzare almeno una foto correttamente esposta del nostro astro.


La fotografia del Sole in eclisse

1° fase bordo del Sole non ancora intaccato.
È sicuramente consigliabile iniziare a fotografare qualche minuto prima dell'inizio previsto dell'eclissi, in quanto è molto difficile riuscire a percepire l'esatto momento in cui il disco solare inizia ad essere intaccato dalla Luna e poi ben difficilmente ci si troverà in un posto per il quale siano stati calcolati esattamente gli istanti dei contatti.
2° fase il disco solare comincia ad essere intaccato.
Mantenere costanti i tempi di esposizione ed eseguire delle pose ad intervalli regolari annotando sempre gli istanti di scatto.
3° fase gran parte del disco solare risulta eclissato.
Stessa procedura della fase 2°.
4° fase gran parte del disco risulta eclissato e rimane visibile ancora un sottilissimo arco.
Usare tempi doppi di quelli usati finora (es. 1/125 invece di 1/250).
5° fase inizio centro e fine totalità.
Pochi istanti prima che il disco solare sia completamente oscurato dalla Luna si possono provare a fotografare le "ombre volanti", la difficoltà nella ripresa di questo fenomeno è dovuta al fatto che hanno una bassissimo contrasto a si muovono molto rapidamente. Molto più facile è fotografare i cosi detti grani di Baily oppure corona di diamanti. Non appena anche il più piccolo lembo solare è stato oscurato, si deve rapidamente togliere il filtro davanti all'obbiettivo e cominciare una sequenza di scatti a tempi via via decrescenti partendo dal tempo più rapido fino a tempi dell'ordine di 1 o 2 secondi utilizzando sempre il metodo descritto sopra del cavalletto e scatto flessibile. In questa fase non è facile predire anticipatamente quale sarà il tempo di otturazione migliore per ottenere una fotografia regolarmente esposta; ciò dipende dal fatto che durante la totalità appare maestosa la corona solare, la quale non ha mai la stessa intensità ed estensione.

Terminata la fase di totalità i fenomeni e di conseguenza i metodi di ripresa sono identici ma cronologicamente inversi a quelli che ci hanno portato ad ammirare lo spettacolo dell'eclisse. Unico accorgimento è quello di ricordarsi di rimettere il filtro all'obiettivo qualche decina di secondi prima che la fase di totalità finisca, ciò in quanto sarebbe veramente dannoso per la nostra vista trovarci alla macchina fotografica senza filtro nell'istante in cui anche solo il primo lembo dei Sole esce dalla fase di totalità.


Gabriele Sartori (e-mail)
agosto 1999


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