Associazione Astrofili Trentini
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Il cielo in una stanza


Il planetario è un luogo che ha in sé un po' di magia: lontanissimi e misteriosi soli, pianeti dalle delicate sfumature, il debole chiarore della Via Lattea che le luci sempre più numerose ed intense delle grandi città stanno lentamente facendo scomparire dal cielo, sono preziosamente custoditi in un firmamento virtuale. Potremmo quasi considerare il planetario come un "parco del cielo", dove si protegge il meraviglioso ed incontaminato aspetto della notte stellata, rovinata ormai ovunque dal dilagante inquinamento luminoso. Pensato che circa un terzo della luce che illumina le nostre strade di notte viene diretta verso il cielo, dove naturalmente non serve a nessuno! Questo spreco è davvero enorme e costa molti miliardi alle nostre tasche.

Il pubblico che visita il planetario ha l'impressione di osservare le stelle come appaiono in un cielo perfettamente scuro, come quello di alta montagna, sentendo su di sé tutto il fascino e la grandezza, ma anche lo stupore ed il mistero che la volta celeste incuteva nell'animo degli antichi popoli della Terra. Quando una persona entra per la prima volta al planetario la sua curiosità ed attenzione crescono moltissimo: è da questo primo contatto che può nascere un'interesse per l'astronomia. Lo spettatore affascinato dalla bellezza del cielo potrebbe essere invogliato ad approfondire l'argomento con la lettura di libri o riviste, a frequentare un gruppo di astrofili e ad osservare la "vera" volta celeste. Al planetario dell'Università di Trento, presso il dipartimento di Fisica, il pubblico entra in una sala il cui soffitto è occupato da una cupola del diametro di 3 metri: il proiettore delle stelle, posto sotto di essa, al centro, viene manovrato dall'operatore. Egli può far visualizzare, oltre alla volta celeste con il suo movimento anche i pianeti nel loro moto tra le costellazioni, il Sole, la Luna con le sue fasi, la Via Lattea e le figure mitologiche delle antiche costellazioni. Il proiettore delle stelle è costituito da due semisfere unite tra loro: nel loro centro vi sono due lampadine che producono una sorgente luminosa quasi puntiforme. La luce filtra attraverso un gran numero di piccoli fori praticati nelle semisfere (che rappresentano le stelle, naturalmente) proiettando l'immagine del cielo stellato sulla cupola. Agli strumenti di base del planetario se ne aggiunge un altro di importanza fondamentale: la freccia luminosa. Grazie a questo puntatore l'operatore può indicare con estrema facilità e comodità i vari oggetti visibili nel cielo artificiale.

L'utilizzo del planetario, soprattutto quando è visitato dalle scolaresche, dovrebbe essere principalmente di tipo didattico, mentre purtroppo è tendenza diffusa, soprattutto con gli strumenti di medie e grandi dimensioni, privilegiare la parte spettacolare, con proiezione di suggestive animazioni e immagini, che potremmo paragonare ad un bel film, il quale lascia però lo spettatore completamente digiuno di conoscenza astronomica. Il planetario dispone anche di una sala didattica e di uno spazio espositivo, dove trovano posto numerosi strumenti ed apparati sperimentali per la didattica, che servono ad innumerevoli utilizzi: per determinare la direzione del Sole in cielo, i suoi movimenti, la misura del tempo, per la misura del diametro del disco solare e della concentrazione della sua energia con il pannello solare, per l'osservazione delle macchie solari e dello spettro solare, per conoscere il funzionamento delle celle fotovoltaiche e del "motore a luce" (radiometro), ed ancora per calcolare la posizione delle stelle con l'altimetro angolare, la misura della parallasse stellare, per il riconoscimento delle costellazioni, la fotografia celeste e tante altre cose ancora.

Chi assiste per la prima volta ad una lezione in un planetario rimarrà profondamente colpito dai momenti iniziali, nei quali si attenuano gradualmente le luci della stanza per lasciare il posto alla volta stellata che lo strumento proietta, con estremo realismo, sulla cupola. Questi attimi sono molto importanti e vanno opportunamente calibrati, allo scopo di facilitare l'osservazione delle stelle più deboli visibili al planetario, che sono circa 500 nel modello GOTO X3 dell'Università di Trento. Prima di spegnere completamente le luci, sarà interessante parlare dell'inquinamento luminoso, mostrando quante poche stelle si possano osservare in città, mentre il loro numero diviene assai maggiore se ci spostiamo nel cielo buoi di montagna.

L'inizio di una visita al planetario è momento di grande interesse sia per il pubblico adulto che giovane: la curiosità di sapere cosa si troverà sotto la cupola contagia tutti, grandi e piccini. Nei momenti che precedono la proiezione vera e propria occorrerà indicare la posizione dei punti cardinali, dell'orizzonte e dello zenith, e durante la simulazione del crepuscolo mostreremo con facilità il movimento del Sole nelle varie stagioni. Quando sarà scesa la notte potremmo descrivere il cielo visibile, delineando le diverse costellazioni, la loro antica mitologia ed i pianeti visibili in quel periodo. Poi sarà la volta di osservare il movimento apparente delle stelle, facendo notare come la Stella Polare rimanga immobile nel cielo. Interessante sarà discutere del movimento stellare a varie latitudini ed osservare il cielo australe con le sue splendide costellazioni, invisibili dalle nostre regioni.

Grazie al planetario, per i giovani studenti, le aride ed un po' difficili conoscenze astronomiche apprese sui libri di scuola diverranno subito piene di fascino, potendole conoscere per la prima volta "dal vivo" sotto la magica cupola del planetario.

Il planetario della facoltà di Scienze, attivo da 15 anni e diretto dal prof. Zanetti, è stato visitato da centinaia di scolaresche. Per prenotare una visita guidata occorre rivolgersi alla segreteria del Dipartimento di Fisica, telefonando allo 0461 / 881504.


Christian Lavarian (lavarian@science.unitn.it)
giugno 1998


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