Associazione Astrofili Trentini
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Stelle d'autunno e d'inverno


Cosa sono le costellazioni

Le costellazioni sono invenzioni dell'immaginazione umana, non già della natura. Rappresentano il desiderio dell'uomo di imprimere il proprio ordine nel caos apparente del cielo notturno. Per i navigatori ed i viaggiatori, per gli agricoltori e gli astrologi, la divisione del cielo in gruppi riconoscibili di stelle aveva scopi pratici. Ma forse la motivazione più antica di questa esigenza fu quella di umanizzare la tremenda oscurità della notte.

Spesso chi si avvicina per la prima volta all'astronomia rimane deluso nel constatare quanta poca rassomiglianza vi sia tra le costellazioni e le figure che portano il loro nome. Le figure delle costellazioni non devono tuttavia essere prese alla lettera, ma piuttosto considerate come delle simboliche allegorie celesti. Il cielo stellato era una sorta di schermo sul quale l'immaginazione umana poteva proiettare le imprese e le personificazioni di dei, eroi ed animali sacri: era come un libro di figure.

Il sistema di costellazioni che oggi usiamo deriva da un elenco che ne conteneva quarantotto, pubblicato intorno al 150 d.c. dallo scienziato greco Tolomeo in un autorevole libro che si chiama Almagesto: tuttavia gli storici hanno stabilito che le costellazioni ebbero un'origine ancora più remota, presso le popolazioni sumere del 2000 a.c..

Con il passare dei secoli l'esplorazione del nostro pianeta permise di osservare anche le costellazioni visibili nell'emisfero australe, che per i greci erano invisibili, essendo sempre sotto l'orizzonte. A partire dal 1500 vennero così create altre costellazioni, come la grande nave Argo o altre dai nomi più "moderni", come il microscopio, il telescopio o il regolo. Arrivando ai giorni nostri, nel 1992 la prima assemblea generale della Unione Astronomica Internazionale approvò l'elenco di ottantotto costellazioni che coprono tutto il cielo e che noi usiamo oggi. Le costellazioni sono considerate dagli astronomi non già semplici sistemi stellari ma zone del cielo chiaramente delimitate, simili alle nazioni sulla Terra. Tuttavia, diversamente che per la carta geografica terrestre, quella del cielo è poco probabile che modifichi il suo aspetto.


Cos'è una carta celeste

Tutti abbiamo visto carte geografiche della Terra, ma per la maggior parte della gente una carta celeste equivale ad un mistero. Tuttavia esse si assomigliano molto poiché il cartografo celeste deve affrontare lo stesso problema di quello terrestre: come rappresentare una superficie curva su un foglio piatto.

Le prime rappresentazioni del cielo erano in realtà delle sfere, che mostravano le costellazioni come se fossero viste da una posizione simile a quella di Dio, cioè da dietro le stelle stesse: ciò significava che le loro forme apparivano alla rovescia se le paragoniamo a come le vediamo dalla Terra. Nei secoli le carte celesti divennero sempre più accurate, abbandonando la visione "da fuori" mano a mano che gli astronomi studiavano con maggiore accuratezza il cielo. A partire dai tempi di Galileo gli scienziati diedero sempre meno importanza alle fantasiose figure delle costellazioni dei greci, concentrandosi invece sull'esatta misurazione delle posizioni, luminosità e proprietà fisiche delle stelle. Le moderne carte celesti sono quindi assai curate e precise, lasciando poco o nullo spazio alla fantasie delle antiche figure mitologiche: grazie ad esse possiamo riconoscere agevolmente le costellazioni del cielo nelle varie stagioni.

Nel cielo che gli antichi Greci immaginavano popolato dai loro dei ed eroi, gli astronomi moderni hanno scoperto l'esistenza di un complesso di oggetti ugualmente fantastici cui hanno dato i nomi di giganti rosse, nane bianche, pulsar, quasar e buchi neri.


Come si usa una carta celeste?

Usare le carte celesti che vi offre Poster Giovani è molto semplice. Basterà rivolgere la carta celeste, tenendola di fronte a sé, verso il punto cardinale per il quale è stata disegnata: le costellazioni che essa vi mostrerà saranno proprio quelle visibili ad occhio nudo. Per riconoscerle agevolmente potrete seguire i consigli riportati più avanti.


Il cielo d'autunno e d'inverno

Il cielo della stagione autunnale, osservabile intorno alle 22.00 nei mesi da settembre a novembre, è dominato ad Ovest da alcune luminose costellazioni che avevano caratterizzato l'estate, come l'Aquila, il Cigno e la Lira. A Sud invece troviamo alcune grandi costellazioni che non sono troppo appariscenti, non contenendo stelle luminose: Andromeda, Pegaso ed i Pesci. Più ad Est invece stanno sorgendo alcune fra le costellazioni che brilleranno tutta la notte nel cielo invernale: il Toro, i Gemelli, Orione e l'Auriga. Nei mesi invernali, da dicembre a febbraio, troveremo queste ultime costellazioni, sempre verso le 22.00, in direzione Sud: questo avviene a causa del moto stagionale della Terra attorno al Sole. Ad Ovest troveremo le costellazioni che erano a Sud in autunno, quindi Andromeda.. Pegaso ed i Pesci, mentre ad Est sorgeranno lentamente le costellazioni primaverili del Leone, della Vergine e del Cancro.

La principale difficoltà che incontra il neofita nel riconoscere le costellazioni è quella di ricordare la loro forma e posizione in cielo: tutto ciò viene complicato dal fatto che le stelle in cielo si muovo da Est verso Ovest, a causa della rotazione stessa del nostro pianeta attorno al suo asse ed anche attorno al Sole. Capiterà così che Andromeda, visibile a Sud nel mese di ottobre, si trovi ad Ovest due mesi più tardi, rendendo a volte difficile la sua identificazione sulla volta celeste.

Per ovviare a questo problema la cosa più semplice è quella di prendere alcune costellazioni di guida, facili da riconoscere perché contengono stelle luminose o hanno una forma molto caratteristica, come l'Orsa maggiore o Orione, e prendere esse come punto di partenza per trovare le altre figure in cielo. Faremo così anche noi, partendo proprio dall'Orsa Maggiore.

Per prima cosa potremmo attrezzare un piccolo osservatorio astronomico in casa, magari sul balcone o in giardino: avremo bisogno di una sedia con un tavolino, un blocco per gli appunti, una bussola, una lampada schermata con un foglio di plastica rossa e naturalmente la carta celeste di Poster Giovani. Cercheremo inoltre di ripararci dalla luce diretta, come quella dei lampioni che disturberebbe l'osservazione. Sarà semplice trovare a questo punto la stella Polare: prendendo le due stelle più lontane dal timone del Grande Carro, e prolungando verso l'alto la linea che le unisce per cinque volte troveremo una stella isolata, non molto luminosa: la stella Polare. Alla sua sinistra si dispiega il Piccolo Carro, visibile però solo quando il cielo è limpido. Avremo così trovato il punto cardinale Nord: volgendo lo sguardo nella direzione opposta, cioè verso Sud, a metà altezza sopra l'orizzonte, troveremo la caratteristica forma quadrata del Pegaso, e alla sua sinistra le tre stelle che formano Andromeda. Spostandoci ancora verso Nord-Est sarà facile identificare la caratteristica forma a W di Cassiopeia e , più verso l'orizzonte, quella ad Y del Perseo. Spostiamoci ora ad Ovest, dove troveremo tre stelle molto luminose e bianche a formare un grande triangolo: sono Deneb del Cigno, Vega della Lira (la più luminosa) e Altair dell'Aquila.

Come vedete è piuttosto semplice riconoscere le costellazioni, e con un po' di pratica si potranno identificare anche quelle meno splendenti. Più difficile può essere riconoscere le stesse costellazioni qualche ora dopo o magari nei mesi successivi, poiché si sono spostate apparentemente in cielo. Basterà fare l'esercizio di prima, prendendo come punto di partenza una costellazione splendente, e trovando un poco alla volta quelle più vicine e poi quelle più distanti.


Le meraviglie del cielo autunnale


La mitologia delle costellazioni


Christian Lavarian (lavarian@science.unitn.it)
settembre 1997


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