Storia dell'astronomia


Eventi del mese di agosto
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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Elia Cozzi, 2:331/101 ( 15-08-1996 14:09)
# A : Tutti
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1 agosto 1818

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Eventi del mese di settembre
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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Elia Cozzi, 2:331/101 ( 20-09-1996 20:57)
# A : Tutti
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1 settembre 1947

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Eventi del mese di ottobre
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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Elia Cozzi, 2:331/101 ( 06-10-1996 21:00)
# A : Tutti
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1 ottobre 1958

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Eventi del mese di novembre
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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Elia Cozzi, 2:331/101 (11-08-1996 21:28)
# A : Tutti
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1 novembre 1977

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I transiti dei pianeti sul Sole
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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Elia Cozzi, 2:331/101 (12-14-1996 10:21)
# A : Tutti
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UN FENOMENO SINGOLARE
di Francesco Castaldi

Si puo' affermare che nello sviluppo del pensiero scientifico hanno giocato ruolo determinante i fenomeni inattesi che hanno catturato l'attenzione degli studiosi; questi a loro volta si sono fatti un dovere di fornire spiegazioni, dalle fantasiose a quelle piu' vicine ai dati sperimentali, fino a raggiungerne una plausibile. Ma forse ancora di piu' hanno fatto compiere progressi i fenomeni necessari - frutto di congetture e deduzioni logiche - che pero' tardavano a verificarsi. La storia dell'astronomia fra i tanti ne annovera uno, negato, sperato, inseguito per quasi un millennio e mezzo: i passaggi di Mercurio e Venere sul Sole.

Nell'introduzione del libro IX dell'ALMAGESTO, Tolomeo, parlando degli orbi Mercurio e Venere, scriveva: "...questi due pianeti possono orbitare al di qua del Sole e tuttavia non essersi mai trovati sullo stesso piano del Sole e del nostro occhio, ma su altri piani, e percio' non sono mai apparsi allineati col Sole; cosi' come accade nei passaggi in congiunzione della Luna che nella maggior parte dei casi non danno luogo ad eclissi".

Ragionamento chiaramente assurdo visto che ogni tanto la Luna capita assieme alla Terra sulla linea dei nodi della sua orbita e cosi' godiamo di un'eclisse. Ma, detto da Tolomeo, aveva bloccato il cervello di tutti i tolemaici. Ma non quello di un copernicano pero' che anzi faceva di tutto per rinnovare l'astronomia.

A Lipsia, nel 1609, vedeva la luce un libercolo dal titolo: Fenomeno singolo ovvero Mercurio sul Sole e l'autore era Giovanni Keplero, con dedica datata 1o marzo 1608, da Praga. In effetti la notizia gia' circolava fra diversi studiosi corrispondenti di Keplero che l'avevano accolta in modo fra l'allegro e il curioso; anche perche' Keplero aveva utilizzato il metodo della camera oscura in cui far entrare un raggio di sole attraverso un forellino da 2-3 mm e proiettarlo contro una parete o su un foglio di carta. Metodo non nuovo, anzi gia' utilizzato in passato per lo studio delle eclissi di Sole.

Pero' ci fu chi lo prese in giro, come David Fabricius (lo scopritore di Mira Ceti) che fa sapere a Keplero in successive lettere del 1608 quel che pensa della faccenda: mi sono fatto delle matte risate... ho riso di gusto...ti sei sognato...

Ma Keplero era andato avanti preparando il libriccino con grande cura, facendovi una lunga premessa per dimostrare che il fenomeno era gia' stato visto e descritto nell'anno 807: e qui fra l'altro cambia a modo suo le parole dell'antico testo latino facendo cosi' dire all'anonimo autore dei tempi di Carlo Magno di aver visto il fenomeno non per otto giorni (octo dies), ma per otto volte (octies o octoties). Keplero sapeva che un passaggio di Mercurio sul Sole poteva durare alcune ore e non dei giorni e cosi' si sforza di dimostrare che la trascrizione latina era errata.

Leggiamo ora un brano essenziale in cui Keplero descrive il fenomeno di quel 18 maggio 1607: tutta la descrizione e' fresca e accurata e riflette bene l'agitazione dello scienziato che si sente vicino ad una dimostrazione a cui da anni pensava. La cosa che ci fa sorridere - col senno di poi - e' che vedeva una macchia sul Sole, la chiamava macchia, era in effetti una macchia solare, ma doveva essere per forza Mercurio:

"... visto che le nubi se n'erano andate dopo le 4 del pomeriggio e che il cielo era abbastanza terso, troncai una discussione iniziata con un gesuita su questo fenomeno e, dopo avergli raccomandato di osservare il Sole, me ne tornai a casa, sotto un tetto alto e ampio, composto di assicelle bucherellate. Feci cadere sopra un foglio di carta delle immagini del Sole. In quelle piu' luminose (laddove il foro che lasciava passare il Sole era piuttosto grande per cui non intercettava i raggi a sufficienza) non si notava nulla... Ma invece le immagini del Sole con poca luce mostravano una macchiolina pari ad un moscerino, sfuocata come una nuvoletta, sulla sinistra della parte inferiore della sagoma. E perche' non si credesse che fosse una qualche macchia sulla carta, la mossi piu' volte: la macchia accompagnava sempre la sagoma del Sole mantenendovi lo stesso posto.... Salii anche su un altro piano, sotto un altro tetto. Questa macchia c'era anche sotto quel tetto sulle immagini solari passate attraverso piccole aperture. Pertanto discesi per chiamare diversi testimoni dopo aver lasciato presso lo schermo il mio ospite, il Rettore dell'Accademia di Praga signor M. Bachezek...".

Fino al tramonto continua l'agitazione di Keplero che va a fare dimostrazioni anche in edifici della citta' al fine di avere diversi testimoni. E con cio' Keplero ritiene di avere raggiunto lo scopo. Ma la cosa che meraviglia e' la mancanza di una semplice e piccola considerazione: se tutto era cominciato da una dubbia interpretazione di un testo latino antico, perche' nei giorni successivi Keplero non ha continuato a guardare l'immagine del Sole attraverso tutti i buchi dei tetti di Praga? Ci fu tempo sempre nuvoloso o si sentiva troppo sicuro di se'?

La verita' non si fece attendere e venne come conseguenza di quell'evento grandioso che fu l'osservazione al telescopio delle macchie solari; cosicche' Galileo invio' un rimbrotto quasi amichevole all'amico Keplero nella 3a delle sue celebri lettere sulle macchie solari scritta al Welser il 1o dicembre 1612: "...e quanto al Keplero io non dubito che, come d'ingegno per spicacissimo e libero, e amico assai piu' del vero che delle proprie opinioni, egli stia per restar persuasissimo: tali negrezze vedute nel Sole sono state alcune delle macchie e le congiunzioni di Mercurio hanno solamente porto occasione d'applicarvi, in quelle ore, piu' fissa ed accurata considerazione; con la qual diligenza anco ai tempi nostri si sariano vedute..."

Cioe' con la diligenza di ripetere nei giorni successivi l'osservazione del presunto passaggio ci si sarebbe accorti che non si trattava di Mercurio, bensi' di qualcos'altro provvisoriamente definibile come macchia solare. Keplero capi' la lezione e lo dice apertamente nella premessa alle sue Efemeridi per il 1617: "Ho cercato di dar via alla leggera la notizia di una macchia solare scambiata per un transito di Mercurio. Ma felice me, primo osservatore delle macchie solari, almeno nel presente secolo...". Come vediamo ci scherzava sopra, ma doveva provare un forte amaro per l'infelice pubblicazione e l'essere caduto in un volontario errore. In errore, ma solo per poco e non sconfitto. Anzi sembra che lo smacco lo spronasse ancora di piu' a ricercare con cocciutaggine, fra le congiunzioni inferiori, i famosi passaggi.

Sfogliamo dunque le Efemeridi che egli ando' pubblicando fino alla morte: i quelle per il 1618, pubblicate a Linz (all'Archiginnasio di Bologna ce n'e' un'edizione originale), in corrispondenza al 4 novembre c'e' un'annotazione piccolina: Mercurio copre una particella di Sole in America. Ho verificato con diversi programmi computerizzati giungendo alla conclusione che la previsione era veritiera non solo per l'America del Nord, ma anche per l'Europa occidentale dove si perde solo l'uscita di Mercurio a causa del tramonto del Sole. Di questo passaggio pero' non si hanno notizie di osservazioni; forse questa volta data la stagione ci furono davvero le nuvole per i lettori di Keplero dotati di telescopio.

Si', perche' dispiace pensare che qualcuno, seguendo le istruzioni di Keplero abbia cercato Mercurio sul Sole con l'aiuto della camera oscura: il diametro di Mercurio e' 12" d'arco, mentre le macchie solari sono direttamente visibili se raggiungono la dimensione di 50" (Flammarion). Per questo motivo il giorno 8 giugno 2004 cercheremo Venere - 63" d'arco - direttamente da una camera di casa nostra (Deo iuvante).

Ad ogni modo questa del 1618 e' da ritenersi la prima previsione di un passaggio di Mercurio sul Sole.

Ma la riscossa di Keplero non fini' qui. Nell'ultima raccolta delle Efemeridi che vanno dal 1629 al 1636, pubblicate Sagan nel 1630, ci sono due annunci riferiti al 1631:

Keplero aveva informato tutti in anticipo con un bollettino pubblicato nel 1629 a Lipsia dal titolo Avviso agli astronomi e agli studiosi di fenomeni celesti sui rari e meravigliosi fenomeni celesti dell'anno 1631, vale a dire i passaggi di Venere e Mercurio sul Sole.

Era chiaro l'intento di Keplero: se qualcuno non riusciva o non poteva comperare le Efemeridi aveva a disposizione ugualmente un sunto con calcoli accurati dei due fenomeni. La sfida sui passaggi non faceva paura al vecchio geometra dei cieli che la rilanciava al cospetto di tutti.

E questa volta Mercurio non manco' all'appuntamento; lo videro famosi studi dell'epoca e soprattutto Gassendi da Parigi che riconobbe quasi esatta la previsione di Keplero, comunque superiore a quella possibile con qualsiasi altro metodo di calcolo.

Chi non lo vide fu Keplero, morto l'anno precedente. Ma la sfida era vinta. Anche per Venere. Nessuno pote' vederne il passaggio perche', sempre secondo moderni programmi al computer, interesso' la Russia e l'oriente e si verifico' il 7 dicembre 1631.

Pero' possiamo dire che questa rappresenta la prima previsione di un passaggio di Venere sul Sole.

Ref. Nihil Sub Astris Novum - A Newsletter of Gruppo AStrofili "Giovanni e Angelo Bernasconi"
A cura di Cristina Bernasconi, Elia Cozzi e Massimo Zoggia


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