Telescopi


Motorizzazione
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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Andrea Evangelisti, 2:332/109 ( 10 Giu 95 12:52)
# A : Antonio De Pieri
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ADP> Perche' la precisione dei movimenti e' scadente?
ADP> Correggimi se sbaglio: aumentando la focale, se non lavori in
ADP> microstepping il movimento dello strumento dovrebbe risolversi
ADP> con movimenti a scatto, o no?

Qui la focale del telescopio non c'entra. Il problema risiede proprio nel motore passo-passo.Il movimento si risolvera' sempre e comunque in movimenti a scatto aumentando la focale (per questo e' bene fare le cose in modo tale che alla fine il sistema abbia una risoluzione angolare almeno pari a quella del telescopio) Non so se hai idea di come funziona un motore passo-passo, comunque per dirla in breve il problema e' che proprio lo 'scatto' vero e proprio avra' un certo errore, che sara' tanto maggiore quanto piu' cercherai di aumentare la risoluzione angolare.

ADP> Puoi spiegare cos'e' il WAVE-DRIVE?

E' semplicemente un modo diverso di pilotare le fasi del motore. Se vuoi ti mando le look-up table delle fasi.

ADP> In attesa di reperire gli integrati hai per caso preparato
ADP> i relativi schemi e/o circuiti?

Gli schemi sono semplicissimi, purtroppo il problema e' reperire i componenti (qui a Firenze e' una tragedia, se abiti a Milano non dovresti avere problemi).Se vuoi ti dico cosa cercare e poi quando lo hai trovato ti mando lo schema adatto.

ADP> Per quanto riguarda il software e' possibile avere il listato?

Visto che e' la parte piu' semplice me lo sono lasciato alla fine.... comunque quando avro' terminato il tutto ti mando direttamente l'eseguibile (magari ci vorra' un po' di tempo perche' ora sono abbastanza incasinato con l' universita')

ADP> In considerazione che la letteratura per quanto riguarda i
ADP> passo-passo e quasi inesistente, INTERVENTI come il tuo,

ADP> INTERESSE e servono a mio avviso a ravvivare l'area AUMENTANDONE LA
ADP> VALENZA CULTURALE.

esagerato!

ADP> Se ti e' possibile potresti spiegare il funzionamento dell'hardware,
ADP> mi spiego meglio, supponiamo che abbia un telescopio da 40 cm
ADP> (magari!!) e' possibile pilotarlo con il tuo progetto ? e se no cosa

Si, basta solo dimensionare adeguatamente lo stadio di potenza (i MOSFET) ed i motori passo-passo.

ADP> Ah dimenticavo, in base al numero di step come calcoli il numero di
ADP> denti della corona?

Come gia' detto bisogna raggiungere almeno la risoluzione del telescopio. detti
R la risoluzione angolare (in gradi!)
S il numero di step del motore
D il numero di denti della corona

D=R*S/360

Ma non conviene attaccare il motore direttamente alla vite senza fine (se ti fai un po' di conti verrebbe un numero di denti esagerato) bensi' interporre tra questi una demoltiplica se il rapporto e' K:

D=R*S*K/360
praticamente puoi metterci una corona che vuoi e variare il rapporto della demoltiplica (a seconda di quello che riesci a reperire sul mercato....)

Ottica adattiva
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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Plinio Camaiti, 2:334/100.4 (11-11-1996 10:06)
# A : Massimo Corbisiero
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Eccomi. L'AO-2 (ma forse e' uscita una nuova versione) e' uno specchietto comandato da un attuatore piezoelettrico che oscilla modificando il fronte d'onda luminoso proveniente dal telescopio. Si installa in prossimita' del piano focale e funziona + o - cosi': un sensore (probabilmente un ccd) effettua una decina di campionamenti al secondo rilevando la posizione dell' oggetto che viene focalizzato. Se la posizione si sposta a causa dell'agita- zione atmosferica, il sistema interviene spostando lo specchietto di quel tanto necessario per riportare l'oggetto nella posizione iniziale. Questo avviene 10 volte al secondo. Il sistema funziona bene solo con oggetti molto luminosi come i pianeti, oppure con stelle brillanti. Utilizzando telescopi di grande diametro la resa migliora. Questa tecnologia tendera' a svilupparsi aumentando la frequenza di campionamento e la sensibilita'. La SBIG ha annunciato di essere in fase di collaudo di un simile dispositivo in grado di avere una frequenza di campionamento di 30 Hz. Contando sulla grande velocita' di sviluppo tecnologico che si sta affermando nelle tecnologie opto-elettroniche (dai sensori ccd agli encoder, ecc.) probabilmente i sistemi di questo tipo saranno alla portata degli astrofili entro una decina d'anni. E quando parlo di "portata" intendo economica.


Piccolo corso all'uso di uno strumento

La caratteristica piu' importante di un telescopio, contrariamente a quanto si crede, e' il DIAMETRO del suo OBIETTIVO: tanto piu' grande e' il suo valore, tanto maggiore sara' la quantita' di luce raccolta dal nostro telescopio e quindi tanto maggiore l'ingrandimento effettivo utilizzabile, la massima magnitudine visibile e il potere risolutivo del telescopio. Le nostre pupille, al buio, si possono dilatare al massimo di 6 o 7 mm e questo vuol dire che c'e una superfice utile di 7 mm che raccogliela radiazione elettromagnetica proveniente dalle stelle. Se noi aumentiamo questa superficie utile aumenteremo anche il flusso di energia raccolto (proporzionale appunto alla superfice); praticamente raccoglieremo piu' luce e questo ci rendera' possibile la visione di oggetti deboli, che ad occhio nudo non potremmo vedere. Si capisce quindi come il daimetro dell'obiettivo di un telescopio sia importante per poter osservare oggetti deboli. Se noi poi raccogliamo piu' luce, avremo anche piu' possibilita' di ingrandire il nostro oggetto e di riuscire a "risolverne" i particolari. Il potere risolutivo di un telescopio (o di uno strumento astronomico in generale - il discorso vale anche, ad esempio, per i radiotelescopi, i telescopi in infrarosso, ecc.) e' la capacita' di riuscire a distinguere due oggetti che siano molto vicini tra loro e lontani dall'osservatore. Un esempio: se io prendo due lampadine e le metto davanti a me ad una distanza di due metri, le vedro' separate; se le allontano di 100 o 200 metri, probabilmente non le vedro' piu' separate ma mi sembreranno una lampadina sola. Usando un telescopio potrei nuovamente riuscire a distinguerle o, come si dice, a "risolverle".

La seconda caratteristica importante e' la LUNGHEZZA FOCALE, che determina la luminosita' (soprattutto quella fotografica) del sistema. La lungheza focale e' praticamente la lunghezza che deve percorrere la luce per arrivare dall'obbiettivo all'oculare dove, appunto, sta il fuoco. Attenzione: non e' il telescopio che ingrandisce l'immagine! Il telescopio serve solo, come descritto prima, a raccogliere piu' luce. E' l'oculare, cioe' un altro sistema di lenti che vedremo meglio nelle prossime "puntate" (!), che ingrandisce l'immagine. L'ingrandimento di uno strumento si trova dividendo la sua lunghezza focale per la lunghezza focale dell'oculare. Per esempio se ho un telescopio con 2 metri (2000 mm) di focale e un oculare di 10 mm di focale avro':

         2000 mm
         -------- = 200 ingrandimenti
         10  mm
Quindi la lunghezza focale e' importante per calcolare gl ingrandimenti. Non e' conveniente pero' scegliere uno strumento con lungh. focale elevata perche' questo si pagherebbe in termini di luminosita': il discorso e' del tutto analogo a quello degli obiettivi fotografici. Piu' un obiettivo e' luminoso e minore sara' il tempo di esposizione necessario per la fotografia. Lo stesso vale per i telescopi, considerando che i tempi di posa possono venire ridotti di parecchi minuti (ore!) usando strumenti luminosi. Il rapporto focale e' un indice della luminosita'di uno strumento e si trova dividendo la lunghezza focale per il diametro dell'obiettivo:
        F (mm)
        ------ = f
        D (mm)
Piu' questo numero e' basso e piu' il telescopio e' luminoso.
Telescopi rifrattori

Un telescopio rifrattore e' uno strumento che sfrutta il principio fisico della rifrazione per focalizzare i raggi luminosi provenienti dalla volta celeste. Tale principio dice che se un raggio luminoso attraversa la superficie di interfaccia tra due mezzi diversi, esso subisce una deviazione che dipende dalle caratteristiche dei due mezzi. Se un raggio luminoso passa quindi dall'aria al vetro dell'obiettivo di un telescopio rifrattore, subira' un cambiamento di traiettoria. Tutti i raggi luminosi vengono quindi focalizzati nel fuoco, dove si trova l'oculare che ingrandisce l'immagine.

L'obiettivo di un rifrattore e' costituito da una lente biconvessa o, in combinazioni con prestazioni migliori, da un gruppo di due o tre lenti. L'aumento del numero di lenti riesce a correggere alcune aberrazioni della lente singola (aberrazione cromatica, sferica). I rifrattori si presentano di solito come dei tubi stretti e lunghi (quelli che si usano anche per osservazioni terrestri). Gia' questo ci fa capire che sono strumenti con un rapporto Focale/diametro molto alto e quindi strumenti poco adatti alla fotografia di oggetti deboli diffusi o nebulosi. I rapporti focali tipici di un rifrattore sono f/10, f/15 quindi il diametro dell'obiettivo e' la decima, quindicesima parte della lunghezza focale.

I telescopi rifrattori sono i piu' adatti per l'osservazione dei pianeti e della luna e danno di solito delle immagini molto nitide ed incise. Sono molto facili da usare e non richiedono particolari tipi di manutenzione necessari invece ai telescopi riflettori. Unico neo: costano tanto e piu' il diametro aumenta e piu' sale il prezzo! I costi sono alti perche' la lavorazione di una lente (nel caso di piu' lenti ancora peggio!) richiede piu' tempo: bisogna lavorare due superfici e non semplicemente una come per uno specchio. E per questo che piuttosto che spendere milioni per un rifrattore di 30, 40 cm di diametro, che peraltro sarebbe molto scomodo da utilizzare avendo un tubo di 3,4 metri (!), si preferiscono i riflettori, strumenti molto piu' compatti e trasportabili.


Telescopi riflettori

I telescopi riflettori usano un'altro principio fisico per focalizzare la luce: la riflessione. La riflessione e' forse piu' intuitiva della rifrazione (la sperimentiamo tutte le volte che ci guardiamo allo specchio!). Nel rifrattore, l'obiettivo e' costituito da uno specchio concavo sferico o parabolico che manda i raggi luminosi verso un secondo specchio(detto specchio secondario) piano o convesso che puo essere disposto in diverse configurazioni:

Esistono molte altre configurazioni e qui ci siamo limitati alle principali. I vantaggi del telescopio riflettore sono la sua luminosita' (f/4.5 f/7) e la sua compattezza che lo rende uno strumento con vaste possibilita' di utilizzo e facilmente trasportabile, almeno fino a diametri dell'obiettivo di 25, 30 cm. La fotografia di oggetti deboli come galassie, nebulose viene fatta proprio con questi strumenti. I telescopi piu' grossi del mondo (Palomar, e molti altri) sono riflettori. Provate ad immaginare un rifrattore di 5 m di diametro con un tubo lungo 50 metri e piu'...!

Un rifrattore, come visto nella puntata precedente sono meno costosi dei rifrattori a parita' di diametro ma necessitano di qualche accorgimento in piu come ad esempio la periodica centratura delle ottiche e, dopo qualche anno la rialluminatura della superficie riflettente dello specchio.


Accessori per i telescopi

Anche per parlare di accessori ci vorrebbe tanto tempo e quindi mi limito ad alcuni esempi.

...e tante altre cose...!

Primi passi
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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da: Christian Lavarian ( 4/4/1994 17:35 )
# A: Robert Alexander
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RA> 3) Oltre alle caratteristiche che cito, cosa differenzia un BUON
RA> telescopio da uno OTTIMO da uno INSUFFICIENTE?

tantissime cose :-))
Un telescopio deve essere buono sia otticamente che meccanicamente. Un telescopio come quello che hai preso ha una buona ottica, ma una montatura un po' traballante. Questo vuol dire che per l'osservazione va benissimo, meno per la fotografia a fuoco diretto o ad alta risoluzione ( pianeti, Luna..). I telescopi sono piu' o meno buoni non universalmente, ma a seconda dell'uso che se ne fa. Un rifrattore da 80 mm mostrera' sulla Luna gli stessi dettagli di un riflettore da 114 mm, poiche' il rifrattore , meno sensibile alla turbolenza atmosferica, e' piu' indicato per l'osservazione planetaria. E cosi' si potrebbe andare avanti ad indagare i vari campi dell'osservazione e fotografia celeste, con un telescopio che e' buono per uno ma meno per l'altro. Con questo voglio dirti che per giudicare un telescopio bisogna sempre sapere prima per cosa lo si utilizzera'...
Un ottimo libro sull'argomento e' "il libro dei telescopi" di Walter Ferreri.


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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Pietropaolo Bianchi, 2:331/307.1 (10-19-1996 13:32)
# A : Riccardo Iacobucci
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RI> E c'e' cosi' differenza di luminosita' da far preferire un 13 cm
RI> rifrazione a un 40 a riflessione?

Nooo, chiaramente a qs. punto la differenza di lumimosita' e' a favore dei riflettori che difatti vengono preferiti per osservare le cose piu' scure (galassie, ammassi, cielo profondo ecc.).

E siccome le cose scure sono piu' numerose e varie delle cose chiare (pianeti ecc.) la maggioranza degli astrofili compra appunto dei riflettori.

I rifrattori non avendo l'otturazione da specchio 2ario sono piu' luminosi a parita' di diametro, stando ai testi equivalgono a un riflettore che abbia una superficie del 30% in piu', ma soprattutto danno un'immagine piu' incisa e piu' contrastata. Quindi dove prevale la raccolta di luce usi un riflettore grande, dove prevale l'esigenza della nitidezza usi un rifrattore.

I prezzi sono proporzionalmente altissimi perche' mentre in uno specchio devi lavorare una sola faccia ottica, per ogni lente ne devi lavorare due, e sapendo che l'obiettivo di un rifrattore contiene 2 o 3 lenti ecco che la sua lavorazione comporta un tot di ore-uomo nell'ordine di grandezza di 4-6 specchi!!

A favore di un rifrattore gioca la possibilita' di usarlo come cannocchiale terrestre. Io ho preso un rifrattore proprio per questo, ma davanti alle situazioni pratiche devo ammettere che e' una possibilita' parecchio secondaria per problemi pratici (necessita' di una montatura altazimutale, ingombro fantozziano, limitazione della nitidezza a causa dell'atmosfera, ecc.).

Certamente non si devono spendere tot milioni su un rifrattore per farne un uso prevalentemente terrestre, allora compra un binocolo Zeiss geovid, quello col misuratore di distanze, o un Leitz con lo stabilizzatore d'immagine micromeccanico.

Un interessante compromesso potrebbe essere il Traveller dell'astrophysica: tripletto apocoromatico, 105 mm di diametro, ma lungo solo 60 cm, f=6, tubo obiettivi da 2 pollici, poco piu' di 2000 dollari.


Primo strumento
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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
#Da: Christian Lavarian ( 30/12/1994 20:39 )
# A: Stefano Vannucci
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SV> La cifra che vorrei spendere e' all'incirca, max un paio di milioni.
SV> Ribadisco che sono un neofita, quindi l'ideale credo sarebbe uno
SV> strumento di media qualita' ,adatto per un principiante e
SV> utilizzabile per qualsiasi tipo di osservazione.

Con un paio di milioni puoi acquistare un meade starfinder di 15 cm, piu' che buono per ogni tipo di osservazione, col difetto che non ha una grande trasportabilita'. Va comunque molto bene anche se vuoi dedicarti alla fotografia. Con una spesa inferiore ( ca 700000 ) puoi acquistare il famoso 114, che ti fara' vedere un po' di meno, ma resta a mio avviso lo strumento principe per chi comincia a dedicarsi all'osservazione. Se non ti interessa la fotografia potresti pensare ad un dobson : e' un telescopio Newton forse non bellissimo a vedersi, ma trasportabilissimo ed economico.E' piu' adatto all'osservazione di oggetti deboli ma anche sui pianeti da buone soddisfazioni. Io ne ho appena costruito uno da 30 cm spendendo appena 900000 lire : puo' essere una buona soluzione per dotarsi di uno strumento potente spendendo poco. Tieni d'occhio anche il mercato dell'usato : ci sono sempre buone occasioni.


Puntamento automatico
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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Plinio Camaiti, 2:334/100.4 ( 14 Giu 95 09:48)
# A : Krishna Tozzoli
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KT> Non e' che qualcuno di voi ha avuto per le mani computer di puntamento
KT> tipo Sky Sensor o DecAr?

Ho avuto per le mani diversi modelli di SkySensor.

KT> Vorrei avere le vostre impressioni d'uso, specialmente riguardo alla
KT> precisione ed alla velocita' di puntamento (su Super Polaris).
  1. Manca di memoria tampone, quindi necessita di setup ad ogni accensione (inserimento di data, ora, coordinate localita').
  2. E' lento, quindi e' pratico solo per puntare oggetti non troppo distanti angolarmente tra loro.
  3. Ha una precisione stimabile in una decina di primi d'arco, posto che si metta bene in postazione il telescopio (con il cannocchiale polare), che si centrino bene le stelle di riferimento e che si inserisca con precisione l'orario.

KT> Inoltre (domanda rivolta a chi si palleggia la meccanica) vorrei sapere
KT> se la vite senza fine e la corona dentata si rovinano funzionado a velocita'
KT> piu' alta del normale.

No. Le viti senza fine e le ruote dentate delle montature Vixen sono retti- ficate e lappate (cioe' lucidate a specchio), e "annegate" in grasso vaseli- nato. Anche facendo ruotare la vite senza fine a 100 giri /minuto non si osserverebbe nessuna usura per diversi mesi.

KT> Altra domanda: lo Sky Sensor usa motori dedicati o vanno bene anche
KT> quelli dei normali movimenti di AR e Dec, originali Vixen?

No, o i motori sono gli stessi (modello MT-1 per Great Polaris) oppure sono compatibili con lo SkySensor (gruppo motore MD-X per Super Polaris).


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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Michele Cora', 2:333/209.7 (Sa 23 Set 95 15:05)
# A : Andrea Evangelisti
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AE> C' e' qualcuno che puo' spiegarmi come fare per adattare il mio
AE> 114/900 per le foto al fuoco diretto?

Per adattare il 114 (di cui anch'io sono contento possessore) a fare foto al fuoco diretto ci sono quattro modi:

Il piu' difficile e' quello di accorciare il tubo del telescopio in modo da avvicinare il fuoco dello specchio primario al secondario e permettere una maggiore fuoriuscita del fascio luminoso dal postaoculari. Questo tipo di modifica in genere e' scartata a priori in quanto modifica permanentemente le caratteristiche ottiche e costruttive dello strumento. L'avvicinamento dello specchio primario dovra' essere proporzionale all'avvicinamento che vuoi ottenere del fuoco primario alla pellicola. Piu' si avvicinalo specchio primario al secondario, piu' il fascio luminoso fuoriesce dal portaoculari, fino a che la luce esce dal bordo del secondario; Che potrebbe anche essere sostituito con uno piu' grande, pero' con un considerevole aumento dell'otturazione.

Si puo' anche avvicinare il secondario al primario, ma per far questo bisogna allargare il buco sul tubo del tele per permettere di far scorrere verso il primario lo specchi secondario ed il portaoculari. Ed anche questa e' una soluzione che non permette ripensamenti.

Il piu' facile e' quello di procurarsi un adattatore da applicare al posto dell'oculare che permette la fuoriuscita del fuoco dal portaoculari, ma che pero' inserisce tra gli specchi e la pellicola una lente che produce un ingrandimento di circa x1,5. Questo adattatore e' in commercio e lo puoi trovare dove hai comperato il telescopio.

L'ultima soluzione e' quella di smontare il portaoculari e di sostituirlo con un adattatore che permetta di agganciare la macchinetta fotografica direttamente al posto del portaoculari, permettendo cosi' l'avvicinamento del fuoco alla pellicola. Questo adattatore non esiste in commercio e percio' ci si deve armare di pazienza e cercare di costruirsene uno. Progetti per costruire questo adattatore ne sono stati presentati tanti sia su Nuovo Orione (N.25 pg.70 , N.34 pg.20) che su l'Astronomia (N.147 pg.70).


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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da: Christian Lavarian ( 4/3/1995 14:1 )
# A: Alessandro Valent
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Un 114 a 300klire potrebbe anche essere un buon telescopio.E' fondamentale in questi casi provare lo strumento sul cielo prima di acquistarlo e verificare res ottica o meccanica, non prima di aver sistemato l'allineamento. Se il telescopio ha piu' di 6-7 anni ed e' stato usato parecchio sara' necessario rifare l'alluminatura allo specchio, non piu' di 100000 lire.Poi occorre pensare anche al corredo : fino a qualche anno fa i 114 venivano venduti con oculari H20 e H6, quasi dei cocci di vetro, quindi e' bene in questo caso preventivare almeno 150000 per l'acquisto di un paio di buoni oculari, un K20 per bassi ingrandimenti ed un OR 6 per alti, per esempio. Insomma, alla fine credo davvero che sotto le 500klire per un buon 114 non si vada.


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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Christian Lavarian, 2:333/801.25 (Venerdi 30-08-1996 12:38)
# A : Claudio Rivieccio
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CR> Tempo fa, (anni) su L'astronomia venne pubblicato un articolo su come
CR> accorciare il tubo del newton 114 per poterlo collegare direttamente
CR> ad una reflex senza utilizzare il metodo della proiezione dell'oculare.
CR> (il fuoco era troppo interno).
CR> C'e' nessuno che ha fatto questo lavoro ???

Quando avevo il 114 feci accorciare il tubo di 12 cm da un tornitore, dopo aver smontato la cella del primario e il secondario... :-) . Non ci furono problemi per il riallineamento, avevo solo il telescopio un po' piu' corto...

CR> Si ottengono i risultati sperati ????

Il problema del 114 e' sempre la montatura, almeno nei modelli economici. Se hai un modello meade o Celestron il discorso cambia. Cmq. con molta pazienza si possono ottenere buoni risultati anche a fuoco diretto, naturalmente con telescopio guida e variatore di frequenza.


Puntamento automatico DecAr
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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Alessandro Freda, 2:332/235.12 ( 14-08-1996 14:46)
# A : Roberto Baldini
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Gradirei avere alcuni chiarimenti riguardo al sistema di puntamento automatico DecAr pubblicizzato nel Vostro listino dell'Estate 95.

  1. E' possibile adattare il sistema anche ad un telescopio newton 400mm f/4.5 su montatura inglese autocostruito?
    [Risposta]
    Il sistema e' stato progettato per montature medio-piccole come ad esempio la Great-Polaris o la Losmandy, pertanto la coppia dei motori potrebbe non essere sufficiente per muovere la montatura di un 400mm.
  2. Il sistema dovrebbe prevedere anche il montaggio di encoder su entrambi gli assi tuttavia nella descrizione non si fa mai riferimento a questi componenti. Potreste fornirmi maggiori indicazioni ? (Caratteristiche tecniche, forma, dimensioni ...)
    [Risposta]
    Esso non fa' uso di encoder ed e' studiato solo con motori passo-passo che abbiano caratteristiche simili a quelle dei motori forniti da noi.
  3. E' gia' uscita la versione che consente la guida dal PC ? Nel caso, il sistema sara' "aperto" ovvero fornito di specifiche e programmabile autonomamente con qualsiasi linguaggio e da qualsiasi sistema operativo ? oppure dotato di programmi preconfezionati non in grado di dialogare (es. sotto Unix tramite IPC) con un il resto del software di un sistema automatizzato? (gestione vari CCD, motori cupola, schedula delle osservazioni ... )
    [Risposta]
    La versione per PC (non ancora pronta) prevedera' un programma in Windows 3.1 con il quale e' possibile dialogare con DecAr, ed ottenere la correzione delle coordinate per la precessione e la rifrazione atmosferica (oltre ad avere un database di oggetti in linea). Sara' inoltre disponibile, per chi ne fara' richiesta, il protocollo di comunicazione (che avviene tramite porta seriale RS-232). Cosi' da consentire lo sviluppo di software personale. Siamo inoltre in contatto con gli autori di MegaStar per abilitare la comunicazione tra il famoso planetario e DecAr.
  4. Le velocita' di puntamento indicate (da 1x a 500x) sono garantite dai motori della montatura preesistente oppure si possono realizzare solo con i motori passo-passo da Voi forniti?
  5. I motori passo passo forniti da voi che caratteristiche hanno? In particolare, non conoscendo abbastanza i motori passo-passo, non riesco a spiegarmi come sia possibile che riescano a coprire una dinamica cosi' ampia da poter ruotare a 1/500 della velocita' massima offrendo ancora un movimento non discontinuo che garantisca un inseguimento 1x senza vibrazioni?
    [Risposta]
    La velocita' di punta di 500x, assieme alla necessaria linearita' di movimento, e' ottenuta tramite uno speciale sistema di pilotaggio dei motori. In questo modo si raggiungono i seguenti obiettivi:
      - montaggio dei motori direttamente in asse con la vite senza fine, ovvero senza l'applicazione di motoriduttori e con la conseguente diminuzione di gioco;
      - spostamento minimo del motore corrispondente corrispondente ad 1 sec. d'arco, il che comporta uno spostamento della montatura lineare;
      - velocita' di punta che, pur dipendendo dal numero di denti delle corone rimane nell'ordine delle centinaia di volte quella siderale.
    E' possibile, nel caso di grosse montature, montare un motoriduttore con piccolo rapporto di riduzione (1:2, 1:4, 1:8) ottenendo una maggiore coppia ma una minore velocita' di punta.
    Le caratteristiche tecniche dei motori sono le seguenti:
    motore passo-passo, 200 passi/giro
    2 fasi, 0.33A per fase, 10.8V
  6. Che precisione di puntamento (sulle montature indicate) offre il sistema alle varie velocita'?
    [Risposta]
    La precisione di puntamento non dipende dalla velocita' che viene utilizzata, ma dagli errori meccanici della montatura e dalla rigorosita' con cui viene effettuato l'allineamento a due stelle (si noti che l'errore di puntamento non dipende neanche dall'errore al polo della montatura). La precisione che si puo' ottenere su di una Losmandy e' dell'ordine di 1 o 2 primi d'arco.
  7. E' possibile, evitando l'uso della funzione di apprendimento, ottenere la correzione della guida collegando un CCD come l'ST-4 o il Pictor 201 ?
    [Risposta]
    E'possibile eseguire la guida tramite un CCD attraverso un opportuno cavo di collegamento, il quale varia da CCD a CCD. Attualmente DecAr e' stato provato con l'ST-6.
---* Fine fax *---

E' ovvio a questo punto se fai due conti che i motori montati direttamente sulla vite senza fine richiedono l'impiego dei micropassi. E come dice lui a un micropasso per secondo d'arco con una corona da 180 denti (che gia' e' piuttosto grossa) avrai che il passo da 1.8 gradi dovra' essere diviso in ben 36 micropassi.

Ora senti quelli che dice il mitico Mel Bartels sull'argomento:
"Limitations on micro stepping include absolute tooth error, typically 1/25 of a full step, and a deflection error caused by torque loading. The deflection error is at a minimum when the rotor is positioned on a winding and at a maximum when positioned between windings. If the torque loading is 10%, then the shaft's error when between windings will be 10% of a full step. Micro stepping at 10 micro steps per full step is a reasonable compromise between smoothness and rotor position accuracy. More micro steps can translate into a smoother motion, but will not result in increased rotor position accuracy".

Considerando che senza nessun riduttore il carico sul motore sara' quello massimo per la montatura data, l'errore di posizionamento sara' certamente superiore alla lunghezza del micropasso da 1/36.

Tornando agli insegnamenti di Mel ecco una sua considerazione a una mia domanda su quanti secondi d'arco per micropasso conviene usare quando si usano 10 micropassi per passo:
"Either .25 arcsecond or .5 arcsecond for a microstep is fine - your choice as to what is more convenient. I personally end up around .25 or .3. Because of seeing you will never see this kind of resolution, but it is a smoothness issue too. The .25 will feel a touch smoother than the .5. If you go to 1 arcsecond per microstep, then you are in dangerous territory, because the drive may cause a very high power image to look like it is shaking, at least in my experience".

Alla fine il fatto che DecAr usi 1 micropasso per secondo e che questi micropassi siano un po' troppo "pompati" mi fa dubitare che a elevati ingrandimenti (oltre 200x) si ottenga un inseguimento fluido. Ed infatti la recensione dove parla della fluidita dell'inseguimento non specifica a che ingrandimento e' stata valutata. ;-)

Tra parentesi ho realizzato sul mio KonuSky 45 (un 114) il sistema di Bartels, giusto per prova per poi avere l'esperienza per farlo anche con telescopi piu' costosi. Lo sto' sperimentando sotto il cielo proprio in questi giorni e funziona! Devo in realta' provarlo ancora parecchio perche' sul cielo l'ho usato solo 4 ore in tutto e con la montatura in posizione altazimutale. L'inseguimento e' molto preciso ed esente da vibrazioni anche a 230x ma considera che ho usato un rapporto di riduzione elevato che mi consente di avere 0.21 secondi d'arco per micropasso. E una velocita' di punta maggiore di 1.2 gradi al secondo (circa 300x secondo il metro di DecAr) durante il puntamento automatico, eventualmente raddoppiabile aumentando ancora la tensione sui motori. Devo dire pero' che 1.2 gradi/sec sono piu' che sufficienti. Inoltre tutti i componenti (compreso un vecchio 286 di seconda mano) non mi sono costati piu' di 450k lire.


Puntamento della Polare
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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da: Christian Lavarian ( 21/12/1994 )
# A: Alessandro Valent
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AV> Il mio problema e' quello........non vedo la polare.
AV> Avevo letto che su l'Astronomia facevano riferimento ad un metodo con
AV> quel nome.....ora come ora uso una splendida montatura equatoriale in
AV> modo altazimotudinale........(funziona pure malino!).
AV> Se puoi spiegarmi sto metodo.......

Dunque,prima punti approssimativamente l'asse polare in direzione nord e inclinato della tua latitudine. Poi si punta un oggetto in prossimita' dello zenit e lo insegui. Prima o poi dovrai correggere per mantenere l'oggetto al centro : se devi aumentare la declinazione vuol dire che l'azimut e troppo spostato a ovest, in caso contrario a est. Poi punti una stella in direzione est ( oppure ovest ) ad una altezza di 45 gradi e insegui.Se per tenere centrato l'oggetto devi aumentare la declinazione allora l'asse polare e' inclinato di un angolo maggiore della latitudine, quindi devi abbassarlo oppure viceversa nel caso contrario. Fai queste operazioni per tre quattro volte una decina di minuti ciascuna ( meglio se a ingrandimento medio elevato ) e cosi' per passi successivi otterrai un buon stazionamento, anche sui 10 primi dal polo. Io ho fatto cosi' ancora molti anni fa e lo stazionamento funziona tutt'ora bene: con un 200 mm dal balcone di casa ( l'ultima volta che ho pouto fotografare da casa e' stato nel 90... :-(( ) riesco ad inseguire senza correzioni per circa 10 minuti.

Comunque hai fatto benissimo a fare questa osservazione. Se non vedi lo zenith, e hai comunque almeno 140-160 gradi di azimut libero intorno a sud puoi fare cosi'. Insegui una stella che sta passando in meridiano e sia piu' vicina possibile all'equatore celeste: se tende ad andare verso nord vuol dire devi ruotare l'azimuth del telescopio verso est, e il contrario se tende a sud. Anche qui fai l'operazione per alcune volte, finche' la stella non va ne su ne giu' (non importa se tende a est o a ovest).E' bene comunque limitarsi fino a quando la stella dista 30-40 minuti dal meridiano, non di piu'. Poi punti una stella a sei ore dal meridiano verso est: se inseguendola va verso il basso l'asse polare e' troppo alto, altrimenti viceversa. Se invece punti una stella ad ovest e' esattamente il contrario. Il metodo ' un po' palloso pero' funziona bene.


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# Area : ASTRO.ITA (Astrofili)
# Da : Emiliano Mazzoni, 2:332/122 (10-16-1996 02:56)
# A : Michele Cora'
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MC> Emh... Penso si tratti del metodo della deriva stellare.
MC> Come si mette in stazione il telescopio con questo sistema?

Io uso questo sistema per mettere in stazione una montatura equatoriale perche' ritengo che sia un buon metodo e sicuramente efficace, prima di passare alla descrizione pratica facciamo alcune considerazioni partendo dalla fine del lavoro: l'asse ottico del telescopio descrivera' un arco nel cielo uguale a quello descritto dalle stelle nel volgere da est verso ovest per effetto della rotazione terrestre, a questo punto vuol dire che l'asse di AR e' perfettamente orientato verso il polo nordo celeste, una stella centrata nel crocicchio con il motore AR acceso restera' nella direzione Delta. (eventuali spostamenti in AR sono da imputare a costanti elettriche periodismi della vite ecc. e non vanno considrati) lo spostarsi della stella in Delta verso sud o verso nord ci informa che il nostro asse ottico non percorre una traiettoria uguale a quella della stella e pertanto l'asse orario non e ben orientato a nord, l'interpretazione di questi movimenti ci consente di muovere opportunamente la montatura e quindi l'asse AR.

Anche se il discorso puo' sembrare un po' noioso il metodo che andro' a descrivere e' molto semplice e efficace.

  1. Operazione: si deve puntare ad occhio l'asse di AR verso nord meglio possibile.
  2. Per semplificare le operazioni e' consigliabile usare il telescopio senza rinvii a 90 gradi o specchi ecc.
  3. Partendo dal meridiamo si punta una stella a 6 ore verso est a una declinazione di circa +30/50 motore di AR acceso, se dopo un po' la stella si sposta verso sud, vuol dire che il nostro asse ottico tende a percorrere una traiettoria piu' alta quindi l'asse di AR e' troppo orizzontale, con gli appositi registri si verticalizzi l'asse. Se si sposta verso nord esegua l'operazione contraria. Dopo qualche prova le cose migliorano senza dubbio, quando la stella stara' ferma qualche minuto si passa alla operazione successiva.
  4. Si punti una stella al meridiano motore acceso se dopo un po la stella si sposta verso sud vuol dire che l'asse AR e orientato troppo verso ovest, lo si ruoti allora in senso antiorario se si sposta verso nord si faccia l'operazione inversa. Anche in questo caso dopo qualche operazione si vedra un netto miglioramento.
  5. Si punti una stella 6ore verso ovest motore AR acceso se dopo un po' si spsosta verso sud l'asse e' troppo verticale, deve essere quindi disposto piu' orizzontale, se si sposta verso nord operazione inversa. Naturalmente l'accuratezza dipende dal tempo che vogliamo che la stella rimanga ferma nella croce e gli spostamenti di regolazione saranno sempre piu' micrometrici, se puoi cerca di fare gli spostamenti quardando dentro l'oculare in modo da controllare la quantita' del movimento specialmewnte quando sarai all'ottimizzazione.

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