Il telescopio

di
Joseph Glanvill
- 1668 -


Il telescopio è la più eccellente invenzione di tutti i tempi, per assistere l’occhio nella scoperta di oggetti remoti. La distanza dei cieli è talmente grande, che i nostri sensi non aiutati non possono darci che informazioni estremamente imperfette di quel mondo superiore; e le speculazioni che l’Antichità ha costruito sopra di esse sono state in gran parte molto modeste e del tutto false. Ma questi eccellenti occhiali portano le stelle più vicine a noi e ci rendono noti questi immensi mondi di luce. Ci offrono più fenomeni, e dati più veri; disperdono le ombre e le vane immagini della penombra dei sensi nudi, e ci consentono una visione più chiara e più vasta. Attraverso questi vantaggi essi ampliano il nostro pensiero, e ci mostrano una rappresentazione più magnificente dell’Universo: in questo modo i Cieli sono resi più adatti a dichiarare la Gloria di Dio, e noi siamo aiutati a formulare teorie più nobili e meglio fondate. Ho menzionato alcune delle scoperte più notevoli realizzate per mezzo di questi tubi, che trascendono ampiamente tutte le immaginazioni dei tempi passati.

Attraverso un loro ulteriore miglioramento, altre cose potranno essere svelate, molto al di là di quelle che ci sono note. I filosofi contemporanei sono così poco interessati a che la posterità si contenti delle loro scoperte e ipotesi, che sollecitano continuamente nuovi aiuti per se stessi e per chi succederà loro, per un ulteriore progresso nella conoscenza dei fenomeni e nel giudizio su di essi. Questi occhiali sono stati continuamente migliorati sin dall’invenzione di Metius e l’applicazione ai cieli da parte di Galileo Galilei; e molti ingegnosi membri della Royal Society sono ora occupati ad elevarne la qualità. Che successi e informazioni ci si possa aspettare dal progresso di questi strumenti è qualcosa che potrebbe apparire ridicolo e romanzesco suggerire. Poiché senza dubbio, aver parlato di macchie solari, di scabrosità della superficie lunare, o di altre certezze telescopiche, prima dell’invenzione di questi occhiali, sarebbe apparso incredibile e assurdo.

Non oso dunque menzionare le nostre più grandi speranze: ma almeno in questo posso avventurarmi, e che cioè la Posterità potrà attraverso questi tubi, condotti al più alto grado di perfezione, trovare una via sicura per determinare immense questioni come: se la Terra si muova o se i pianeti siano abitati. E chi può dire quale sarà la risposta. Ed è abbastanza probabile che almeno un’altra cosa, alla quale il nostro mondo inferiore è più direttamente interessato, sarà alla fine scoperta, e cioè la molto desiderata scoperta della longitudine. Dalla quale è necessario che seguano anche più grandi progressi della navigazione, e forse la scoperta del passaggio a Nord-Ovest, e l’ancora sconosciuto passaggio del Sud. Qualunque cosa possano pensare di queste aspettative le menti ristrette e volgari, le cui teorie e speranze sono confinate nei loro sensi, basterà considerare che un esperimento ci ha reso nota la vasta America per non scoraggiarsi.


da Plus Ultra, 1668

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