Associazione Astrofili Trentini
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Notiziario n. 13 - Estate 1998


Una lezione da Hollywood

di Bob Berman


Anche l'astronomia può usare luccichii e lustrini...


Il vostro telescopio brilla nella luce della luna; gli amici in arrivo irradiano eccitazione. È lei, la grande notte, la loro introduzione agli splendori del cielo, e voi siete l'ospite. È Il Più Grande Spettacolo Fuori Della Terra.

"Hmmm", dite guardando il cielo, "Vediamo. Potremmo cominciare guardando M57 o magari M27, o forse la galassia di Andromeda...".

"Andromeda!" grida la folla, prevedibilmente, poiché quella vicina galassia a spirale è famosa. Ora sono veramente eccitati.

Così puntate il telescopio nella sua direzione (usando saggiamente l'ingrandimento più basso, così da inquadrare nel campo di vista la maggior parte possibile del grande oggetto nebulare) e, uno ad uno, i vostri amici si accostano eccitati all'oculare. Aspettate la prima esclamazione di meraviglia e delizia.

Silenzio.

Le loro facce riflettono il disappunto, i loro commenti sono a malapena educati.

"Uh, che cosa sto guardando, esattamente?".

"Quella cosa tutta macchiata dovrebbe essere la galassia?".

"Uhm, non sono sicuro di vederla...".

"Che ne dite se torniamo dentro e diamo un'occhiata a quel film che ho portato?".

Vi è andata buca. In una scala da uno a dieci, la festa ora è a due. Non solo non avete impressionato i vostri amici, compresa quella ragazza che speravate vi considerasse il prossimo Carl Sagan, ma non avete nemmeno guadagnato nuovi amici all'astronomia. Siete stati dei promotori al contrario per le stelle, come una sorta di addetto alle pubbliche relazioni di un pianeta di antimateria. Siete riusciti a convincere la gente che l'astronomia è un esoterico passatempo da secchioni, con più o meno la stessa attrattiva di una collezione di fuchi.

Difficilmente potete esser rimproverati. Quello che è appena successo è stata una serie di errori così comuni da essere routine. Ecco perché, quando tengo lezioni agli astrofili o ai professionisti che trattano con il pubblico, consiglio da lungo tempo - e l'ho messo in pratica - linee guida critiche per il programma che hanno poco a che fare con la scienza ma tutto con le presentazioni di successo. Il fatto è che pochi possessori di telescopi sembrano coscienti di una tale pianificazione, e molti astronomi casalinghi rifiuterebbero l'idea come un inquinamento del loro hobby e della scienza che lo circonda. Ciò che sto per consigliare, in poche parole, è l'arte del teatro. Oh, be', perché girare attorno alle parole: è lo show business, l'arte dello spettacolo.

Creare un interesse popolare, di massa, nei confronti della nostra passione - l'universo - include l'accendere gli altri con il nostro amore e la nostra eccitazione per gli oggetti celesti. Se avremo successo, conquisteremo sostenitori e voti per progetti come le sonde planetarie ed i telescopi spaziali. All'opposto, quando sprechiamo un'occasione per catturare il nostro pubblico con la maestosa bellezza del cosmo, dovrebbero sequestrarci il telescopio.

Per prima cosa, riconosciamo il fatto che la gente non vuole semplicemente essere istruita. Vuole essere intrattenuta. Il vostro programma notturno di astronomia può sembrare una sorta di intima condivisione, ma gli spettatori si aspettano in realtà una piacevole serata fuori casa, analoga all'andare al cinema, a teatro o ad un concerto. Se tutto quello che desideravano era la conoscenza, sarebbero andati in biblioteca o in un negozio di libri. No, loro vogliono di più; sono con te per esser portati via dai drammi della natura, per emozionarsi e commuoversi, per essere distratti dalle preoccupazioni di ogni giorno e venire lanciati in quella dimensione parallela che è l'astronomia.

È un'esperienza simbiotica: voi guadagnate dall'incontro tanto quanto i vostri ospiti. Quando la vostra presentazione del cielo notturno risulta un colpo vincente, ricavate il piacere di insegnare qualcosa di unico e di meraviglioso. Non è un male conquistare nuovi sostenitori all'astronomia e allo stesso tempo fare una bella figura.

Realizzare questi obiettivi è divertente, e tutto quello che viene richiesto sono la pianificazione ed il buon senso, un po' di conoscenza dell'astronomia di base da parte vostra, e la comprensione dei concetti fondamentali dello show business. Facile come bere un bicchier d'acqua.

Cominciate con il valutare il pubblico previsto. Che si tratti di un singolo visitatore, una famiglia, una scolaresca, gli scout o un gruppo parrocchiale, o una festa tra amici, dovreste sapere quale livello di conoscenza astronomica essi recano con sé. Di solito è facile, dato che la risposta è quasi sempre la stessa: zero. In altre parole, di solito siete al sicuro con lo "spettacolo di base", piuttosto che con il genere di programma che vorrebbe o si aspetterebbe una associazione astronomica, o un gruppo di astrofili seri.

Paradossalmente, il sapere che il vostro pubblico ha una conoscenza trascurabile richiede un vostro maggior impegno in più di un aspetto; dovete auto-disciplinarvi per evitare di sopraffarli con un gergo eccessivamente tecnico o con troppe informazioni. Se quella graziosa ragazza è incantata da ogni vostra parola, può esservi difficile trattenervi dallo snocciolare i nomi di tutte le lune di Urano (o qualche altra esoterica informazione che si agita per esplodere fuori dal vostro cranio): ma non fatelo. Percepite il vostro pubblico, e fornite tante informazioni rilevanti quante sono compatibili col loro livello di conoscenza e di interesse, ma non di più.

Questo ci porta al punto numero due: cosa dire mentre la gente osserva attraverso il vostro telescopio. Ricordate che le vostre parole sono la colonna sonora di questo spettacolo. Non dite niente, e avrete un film muto. Certo, alcuni oggetti celesti fanno così colpo (Saturno, ad esempio) che la gente si butta da sola sull'immagine. In effetti, è meglio non dire nulla per il primo mezzo minuto o giù di lì, per permettere all'osservatore di concentrarsi esclusivamente sullo spettacolo. Può qualunque parola migliorare la prima visione della luna al quarto in un buono strumento?

Ma il tempo della narrazione giunge in fretta, e voi potete acuire il loro interesse con uno o due fatti succinti ed interessanti: "Quella catena di montagne al centro della Luna sono gli Appennini Lunari. Le loro vette rivaleggiano con quelle dell'Himalaya".

Il vostro monologo durante il programma dev'essere avvincente, conciso e ben preparato. Se non conoscete fatti affascinanti sugli oggetti che volete mostrare, leggete qualcosa in anticipo. Anche i vecchi amici, a loro agio col vostro silenzio, verranno serviti meglio se invece di restarvene muti in piedi, gli offrite qualche notiziola succosa per rendere le cose più degne di essere ricordate.

Però non strafate. Quando ero un ragazzo, avevo memorizzato i nomi, le classi spettrali e le distanze di tutte le stelle del cielo dotate di nome proprio, e mi immaginavo nel recitarli per la meraviglia di tutti - e per i loro applausi, naturalmente. Tuttavia, non ho mai mostrato tale conoscenza al pubblico generico: ho imparato che non importa a nessuno. La persona media è fuori per scoprire una dozzina di stelle o giù di lì, e un po' di fatti interessanti. Dategli molto di più e si sentirà intrappolato in un'aula scolastica.

Ugualmente importante è il presentare le informazioni in maniera comprensibile alla gente. Collegate i dati celesti alle cose familiari e mondane ogni volta che è possibile farlo. Dire che Giove è un pallone da calcio in confronto ad una Terra delle dimensioni di un chicco d'uva, è di solito più efficace che dire soltanto che ha un diametro di 142.800 km. Puntate in alto: rendete il vostro stile nobile come l'argomento stesso, senza per questo tradire la vostra personalità. Decidete da voi cosa è più interessante:

Scegliete la descrizione B e potreste anche servire Alcione al vostro pubblico; si addormenteranno altrettanto rapidamente.

È una buona idea pianificare il programma per tempo. Mettete in conto la dimensione del gruppo per decidere quanti oggetti presentare nel tempo disponibile. Se il pubblico è numeroso, trovate un amico che porti un secondo telescopio. Oppure fate girare dei binocoli per creare una seconda attività, un circuito a due anelli - e assicuratevi di conoscere qualche oggetto binoculare come le Pleiadi. Non è vostro desiderio tenere la gente troppo a lungo in attesa del proprio turno all'oculare.

Fate dei piani di emergenza in previsione delle mutevoli condizioni del tempo. Sapete in anticipo se una luna brillante velerà il cielo, ma uno strato di foschia sottile o di cirri può essere altrettanto dannoso. Se ciò accade, mostrate solo stelle doppie brillanti, i pianeti e la stessa luna, se non è piena. Non dovete mai farvi cogliere a mani vuote. In uno degli osservatori dove insegno, tengo a portata di mano uno spettroscopio e diversi gas incandescenti: in caso di un imprevisto annuvolamento, il gruppo può ancora vedere qualcosa. Un proiettore portatile per diapositive fornisce ugualmente un buon sostituto alla presentazione. Non lasciateli mai andare a casa astronomicamente delusi.

Un altro elemento critico per il successo di ogni presentazione è l'ordine in cui rivelare gli oggetti celesti. Guai all'ospite che ignora questa legge dello spettacolo: costruite verso il culmine. Se mostrate per primo M13, cosa farete se vi chiedono una replica?

Troppi possessori di telescopi li puntano subito, eccitati, verso i loro obiettivi favoriti, per poi offrire una parata via via meno interessante di oggetti sempre più deboli. Alla fine dello spettacolo, il vostro pubblico sta sbadigliando su deboli macchie. Immaginate cosa succederebbe se un prestigiatore cominciasse con la sua migliore illusione di una tigre che scompare, per finire con un banale trucco con le carte?

Per evitare lo stesso, fatale errore, considerate questo semplice itinerario: cominciate con le stelle doppie, poi passate alle doppie più colorate. Fate seguire a queste le nebulose e gli ammassi aperti. Poi tirate fuori i grossi calibri. Terminate con Saturno o uno degli altri oggetti che hanno dato prova di piacere alla gente. In tal modo, crescerete verso immagini sempre più coinvolgenti, brillanti e visualmente eccitanti.

L'aspettativa gioca un grosso ruolo nel determinare se i vostri ospiti si accenderanno o meno. Molti buoni obiettivi (come M57, la nebulosa ad anello), non sono familiari alla gran parte dei visitatori, e non hanno perciò alcun potenziale di disillusione. Questo li rende grandi scelte. Al contrario, Marte o la galassia di Andromeda (di cui tutti hanno sentito parlare) deluderanno quasi certamente. Nell'oculare, Marte di solito appare come una piccola palla sfocata, priva di dettagli quanto il discorso di un politico; Andromeda è un ammasso di macchie privo di dettagli.

Non mostro mai la galassia di Andromeda ai principianti, e lascio vedere Marte ai visitatori solo nelle notti di seeing straordinario, quando il Pianeta Rosso è entro un mese dalla opposizione. In altre parole, mai. Dovrebbe costituire un delitto annoiare la gente offrendogli questi oggetti; è qualcosa molto vicino al più grave crimine che è il mostrare le diapositive delle proprie vacanze. Molto meglio dare ai vostri visitatori una galassia che assomigli ad una galassia, come la Vortice, se avete un telescopio sufficientemente grande.

Un altro aspetto chiave della presentazione riguarda il "preparare" gli ospiti prima che essi si avvicinino al telescopio. Voi potrete sempre vedere qualcosa della lunga banda di polveri nella galassia NGC 4565, ma i vostri visitatori non la noteranno nemmeno perché non sanno cosa cercare. La maggior parte degli uomini ricorda il panico improvviso quando la propria ragazza chiedeva "Non noti niente di nuovo, amore?" - generando frenetici tentativi di venir fuori con la risposta giusta tra le infinite scelte di un nuovo vestito, una nuova pettinatura, e così via. Non sapevano dove guardare. Perciò, agli ospiti mostrate prima una fotografia (usando una luce rossa per proteggere la visione notturna) come guida per quello che ci si aspetta debbano vedere, ed indicate la banda di polveri nella foto con una matita.

Ancora più importante, non esaltate troppo l'aspetto dell'oggetto: invece, sminuitelo un po', cosicché ciò che loro osservano ecceda le loro aspettative. Così come la galassia di Andromeda delude perché la sua immagine all'oculare è così inferiore alle fotografie viste, un oggetto può generare molta eccitazione se la sua vista si dimostra migliore di quanto anticipato. Se vi limitate ad annunciare "Ecco la galassia NGC 4565", allora quella galassia spirale vista di taglio sembrerà soltanto una striscia sfumata, una delusione, uno zero. Invece dite "Questa galassia è così lontana da essere debole quasi all'impossibile. Potreste non vederla affatto! Se ci riuscite, provate a rintracciare questa banda di polveri, sebbene sia così sottile che probabilmente non riuscirete a vederla".

Ora osservate cosa succede. Essi si aspettano di non vedere nulla. Si accostano al telescopio ed esclamano eccitati: "La vedo! Vedo la banda di polveri!". Più tardi, ne parleranno con i loro amici. Voi potete e dovreste orchestrare le aspettative dei vostri visitatori. Questo può fare la differenza tra un programma noioso ed uno grandioso.

Infine giungiamo al finale, all'apice. L'ultimo oggetto che mostrerete sarà quello che essi porteranno a casa con loro, quello che ricorderanno meglio. Dovrebbe venir scelto con cura. Decidete in anticipo qual è l'oggetto migliore in assoluto visibile quella sera e congedate con esso il pubblico. L'unica eccezione, l'unica vostra scusa, è se l'oggetto migliore del cielo tramonta presto. In tal caso, procuratevi un buon secondo classificato da tenere da parte per il finale. Dopo averlo mostrato, non concedete chiamate alla ribalta, né ulteriori oggetti. Lasciateli mentre chiedono un altro spettacolo "per la prossima volta", piuttosto che farli andare a casa sovraccarichi e annoiati.

Decenni di osservazione delle reazioni dei visitatori dei nostri osservatori, mi hanno convinto che gli oggetti che più piacciono al pubblico comprendono la luna dai 4 agli 11 giorni, Saturno, Giove, l'ammasso globulare M13, la nebulosa di Orione e la colorata stella doppia Albireo. Non sono molti, e dovrebbero essere scrupolosamente riservati per il finale. Dove posizionò Rossini la parte più eccitante dell'ouverture del suo Guglielmo Tell? Ne sapeva abbastanza da farne la sua marcia finale.

Non tutti siamo artisti da palcoscenico, non tutti ci troviamo a nostro agio nel ruolo di conferenzieri o di presentatori. Per fortuna, una volta che vi siete preparati, potete rilassarvi e godervela. I piccoli errori non hanno importanza. Una notte stellata è un teatro dell'infinito che fornisce scene così maestose, che anche un programma imperfetto costituirà un'esperienza che il vostro pubblico non dimenticherà mai.

E, dopotutto, quella attraente ragazza potrebbe anche considerare di uscire con voi.


Bob Berman è il direttore dell'Overlook Observatory e dello Storm King Observatory, entrambi nello stato di New York. Conduce anche un programma settimanale alla Northeast Public Radio, scrive una colonna mensile per la rivista Discover, e recentemente è stata pubblicata l'edizione economica del suo libro Secret of the Night Sky (HarperCollins, 1996).


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