Associazione Astrofili Trentini
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Notiziario n. 17 - Estate 1999


Il green flash

di Laura Ambrosi (Associazione Astrofili Trentini)


Se in una serata limpida vi capita di vedere il Sole brillare di verde per un istante non allarmatevi né recatevi immediatamente dall'oculista, avete solo avuto la fortuna di osservare un fenomeno atmosferico, tanto raro quanto meraviglioso, conosciuto sotto il nome di "green flash".

Si tratta di un flash luminoso di colore verde intenso che appare per qualche istante quando il Sole sta per tramontare o per sorgere (in misura minore sono soggetti allo stesso fenomeno anche la Luna, Venere o stelle luminose come Sirio).

Il "raggio verde" è conosciuto fin dai tempi più antichi; vi sono numerose rappresentazioni del fenomeno nei monumenti egiziani: presso questa civiltà si credeva infatti che il Sole assumesse un colore verde dopo il tramonto, per poi ritornare alla sua usuale tinta all'alba.

Molte ipotesi sono state fatte sull'origine e sulle cause del green flash. Inizialmente si pensava che fosse dovuto a limiti intrinseci nella struttura dell'occhio umano o addirittura a suggestioni dell'osservatore. Ma ben presto si riuscģ ad impressionare il "raggio verde" su pellicola e fu provata la reale esistenza del fenomeno. Si cercarono così altre spiegazioni.

Figura 1Il green flash era stato osservato da alcuni marinai, si ipotizzò allora che le onde del mare filtrassero la sola radiazione verde della luce solare; ma questa teoria fu smentita dal manifestarsi del fenomeno sulla terra ferma: in zone pianeggianti e nei deserti. In realtà lo spettacoloso evento è determinato dal combinarsi di diversi fattori fisici dovuti all'interazione della luce solare con l'atmosfera: la rifrazione, la diffusione e l'assorbimento.

La rifrazione atmosferica è la causa principale del fenomeno; essa agisce come un prisma scomponendo la luce nei diversi colori dello spettro e deviando maggiormente la radiazione di lunghezza d'onda minore. Il Sole a causa di questo effetto dovrebbe apparire come la somma di più dischi di colore diverso (quello blu più in alto, quello di colore rosso più in basso - figura 1).

Anche il fenomeno della fata morgana è dovuto alla rifrazione che, deviando i raggi luminosi provoca la proiezione dell'immagine di un oggetto che in realtà si trova sotto l'orizzonte e che sarebbe quindi impossibile osservare. Questa rifrazione è alla base dei miraggi che si possono vedere nel deserto quando un'oasi in realtà molto lontana ci appare vicina. La stessa cosa accade con gli astri: la deviazione della loro luce se sono posti allo zenit è nulla, ma in prossimità dell'orizzonte il Sole o la Luna appaiono innalzati di un intero loro diametro rispetto alla posizione reale (figura 2). Alla nostra latitudine se ci troviamo in una zona pianeggiante, possiamo osservare l'ultimo lembo di Sole quando questo è già completamente tramontato da tre minuti.

Figura 2A questo punto entra in gioco la diffusione, che disperde la radiazione blu rendendola invisibile. Infine l'emissione gialla della luce solare viene bloccata dal pulviscolo atmosferico, dando luogo al fenomeno dell'assorbimento.

Riassumendo: la rifrazione scompone la luce solare nei diversi colori; la diffusione e l'assorbimento eliminano la luce blu e quella gialla; la radiazione rossa solare subisce una minor deviazione, raggiungendo, così, per prima l'occultazione da parte dell'orizzonte: l'ultimo piccolo spicchio di Sole visibile è quindi di colore verde ed è chiamato green rim.

Il bordo verde in condizioni normali ha una larghezza media di circa 10 secondi d'arco, mentre l'occhio umano raggiunge una risoluzione di circa 25 secondi d'arco e quindi per osservare il green rim è necessaria la coincidenza di altri fattori che "allarghino" questo spicchio, dando origine al fenomeno del green flash.

L'orizzonte basso è indispensabile per l'osservazione del raggio verde: in tale condizione lo strato di atmosfera attraversata dalla luce solare è maggiore e sarà quindi maggiore anche la rifrazione e il bordo verde sarà più largo. Ma ciò non è ancora sufficiente. Anche la temperatura, infatti, può giocare un ruolo importante: quando la luce attraversa strati d'aria a temperatura e densità differenti, l'aria agisce come una lente, che devia i raggi luminosi e presenta immagini distorte, nel nostro caso è il disco solare ad essere deformato e il green rim appare più largo.

I luoghi migliori per osservare il raggio verde saranno quindi le zone pianeggianti e desertiche, il mare aperto e in generale i siti con l'orizzonte libero come l'alta montagna, dove a causa della minor diffusione della luce blu si potrà assistere all'ancor più raro flash blu. Località rinomate per l'osservazione del fenomeno sono gli osservatori astronomici di Monte Wilson, delle Canarie, delle Ande cilene, l'Artide e l'Antartide e in Italia l'isola di Ischia e la zone del Viterbese.

La durata del green flash solitamente non supera una frazione di secondo, ma dipende dalla velocità con cui il Sole sorge o tramonta: sarà quindi più facile osservarlo alle alte latitudini. Nel 1929 durante una spedizione nell'Antartide si osservò un green flash della durata record di 35 minuti.

La caccia al green flash non è certo cosa facile per la molteplicità di fattori che stanno alla base del suo verificarsi, ma vale la pena di cimentarsi nell'impresa, non solo per lo spettacolo che questo fenomeno ci offre, ma anche perché secondo una leggenda scozzese colui che è tanto fortunato da vedere il "raggio verde", non potrà più essere ingannato e leggerà chiaro nel proprio cuore e in quello delle altre persone.


Articolo su Astrocultura UAI a cura di Marco Meniero


Laura Ambrosi è nata a Trento nel 1975, laureanda in giurisprudenza, attualmente insegna nella scuola elementare. È responsabile della biblioteca dell'associazione.


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