Associazione Astrofili Trentini
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Notiziario n. 20 - Primavera 2000


Eclisse totale di Luna

di Michele Bortolotti (Associazione Astrofili Trentini)


Dopo un 1999 ricco di eventi astronomici (eclisse di sole, leonidi, ecc.), il 2000 non poteva iniziare meglio, infatti in occasione del primo plenilunio del secolo abbiamo avuto la possibilità di assistere ad un'eclisse totale di luna.

Molti, a causa dell'ancor vivo catastrofismo di fine millennio che non aveva trovato riscontro né in cataclismi naturali, né nel temutissimo millenium bug, attribuivano all'evento cattivi presagi. Certo era difficile non ricordare le parole dell'Apocalisse di Giovanni: Il sole divenne nero come sacco di crine, la luna diventò tutta simile al sangue, le stelle del cielo caddero sulla terra come il fico scosso dalla tempesta scaglia i suoi frutti non ancora maturi [Ap. 6, 12-13] e non collegarle alle due eclissi di sole e di luna visibili negli stessi luoghi a distanza di non più di sei mesi e al fenomeno delle leonidi.

Fortunatamente le conoscenze scientifiche ci permettono di abbandonare la paura causata dall'ignoranza che già ha mietuto le sue vittime (basti ricordare gli indios sottomessi da Colombo proprio grazie ad un'eclisse di luna) e di godere appieno lo spettacolo naturale.

Ricordiamo rapidamente che un'eclisse totale di luna si verifica allorquando si abbia un allineamento Sole Terra Luna (quindi in condizione di luna piena), con il nostro satellite che attraversando il cono d'ombra della Terra riduce via via la sua porzione illuminata fino a "scomparire".

A differenza di quanto si potrebbe pensare, le eclissi di luna sono più rare di quelle di sole, ma data la grande differenza nelle dimensioni della fascia di visibilità esse possono essere osservate da aree molto più grandi, per cui alla rarità dell'evento si contrappone l'elevata probabilità che questo possa essere osservato.

Pur non presentando la spettacolarità delle eclissi di sole, le eclissi di luna ci offrono numerosi spunti di studio: osservando la luna a forte ingrandimento, e monitorando gli istanti esatti in cui l'ombra terrestre lambisce i crateri, è possibile ottenere preziose informazioni sui moti del nostro satellite. Se non si hanno ambizioni di ottenere risultati scientifici, le eclissi ci offrono comunque la possibilità di osservare altre caratteristiche alla portata del nostro occhio; come già detto per quelle di sole (cfr. Notiziario AAT n° 18) anche le eclissi di Luna sono diverse le une dalle altre. Avremo così eclissi più chiare nelle quali anche durante la fase di totalità la luna sarà chiaramente visibile nel cielo ed altre più scure in cui il nostro satellite sarà inghiottite dalle tenebre.

Questa differenza di luminosità (magnitudine dell'eclisse) è dovuta alla posizione del disco lunare rispetto al cono d'ombra; l'ombra prodotta dalla Terra ha infatti, alla distanza della luna, un diametro pari a circa 2,5 volte quello lunare, per cui durante l'eclisse totale il nostro satellite si ritrova a transitare in posizione più o meno decentrata rispetto all'asse del cono d'ombra.

Quando la luna si trova in prossimità dei confini del cono d'ombra alcuni raggi solare deviati dall'atmosfera terrestre riescono a raggiungere la superficie lunare, mentre in prossimità del centro si avrà un'eclisse molto scura come quella che abbiamo potuto osservare il 9 dicembre 1992.

L'eclisse del 21 gennaio scorso ha avuto una magnitudine pari a 1,35 in una scala che va da 1 per le eclissi più chiare a 1,82 per le più scure, per cui ci si attendeva una luna ben visibile anche nella fase di totalità.

Un altro aspetto caratteristico che si può osservare facilmente è il colore. In alcuni casi, infatti, il disco lunare si tinge, durante la totalità, di un marcato colore sanguigno. Questa peculiarità cromatica è dovuta alla presenza di polveri nell'atmosfera terrestre, infatti, così come i raggi solari al tramonto ci appaiono di colore rossastro, dovendo attraversare uno spesso strato di atmosfera che funge da filtro che lascia passare solo la radiazione di frequenza più bassa (il rosso appunto), allo stesso modo i raggi solari deviati dall'atmosfera che colpiscono la luna le conferiscono il caratteristico colore rossastro. Come abbiamo detto questo fenomeno è accentuate quando in atmosfera è presente una grande quantità di polveri che ne aumentano l'effetto filtro; negli anni passati, grazie alle polveri di numerose eruzioni vulcaniche, abbiamo assistito a bellissime lune rosse, mentre per quest' anno le previsioni davano una luna "pallida".

La Luna durante la fase della totalità (C. Lavarian)Ma veniamo ora al resoconto della notte del 21 Gennaio 2000.

L'ingresso della luna nel cono di penombra era previsto per le ore 03.04, così per non perdere nemmeno un istante del fenomeno ed avere il tempo di posizionare gli strumenti, avevamo fissato l'appuntamento per le 02.00. Il luogo prescelto erano le cave di Pila nei pressi di Villamontagna, che già avevamo collaudato in occasione delle leonidi (cfr. Notiziario AAT n° 19) e che offrono un clima decisamente migliore rispetto al classico ritrovo delle Viotte del Bondone, soprattutto in una notte di gennaio.

Sotto un cielo terso ed una luminosissima luna piena una decina di persone erano disposte a perdere una notte per la luna rossa, e questa volta non stiamo parlando della barca per la quale milioni di italiani hanno perso ben più di una nottata. Numerosi telescopi erano sistemati su un sottile strato di neve ghiacciata: due rifrattori, un newtoniano, due Smith-Cassegrain e numerosi macchine fotografiche.

L'ingresso nel cono di penombra, non percettibile ad occhio nudo, era chiaramente visibile al telescopio, ma la visione ad alto ingrandimento svelava anche un fastidiosissimo vento in quota che faceva ribollire il disco lunare. Nell'attesa dell'ingresso nel cono d'ombra abbiamo approfittato del cielo sereno per ripassare le costellazioni estive che stavano lentamente sorgendo.

L'inizio della parzialità, alle ore 04.02, ci ha mostrato un'ombra scurissima che avanzando lentamente nascondeva anche alla visione telescopica la morfologia lunare.

Nel giro di poche decine di minuti potemmo assistere ad un insolito quarto di luna; a differenza delle comuni fasi lunari durante le quali nei pressi del terminatore (la linea di confine tra la zona in luce e quella in ombra) è possibile osservare grazie alla luce radente minuti particolari della superficie, durante le eclissi i raggi colpiscono perpendicolarmente il disco lunare, appiattendone i particolari e dando l'impressione di un'ombra che scivola su una sfera perfettamente liscia.

Mano a mano che l'ombra terrestre avanzava nuove stelle emergevano dalla scura e serena volta celeste.

A pochi minuti dalla totalità un tenue colore rossastro tinse il bordo lunare preannunciando, a differenza di quanto previsto, un'altra luna rossa; non appena l'ombra avvolse completamente il disco (ore 05.05), infatti, la luna assunse un intenso colore rosso. Il fenomeno imprevisto potrebbe essere stato indotto dall'eruzione nella settimana precedente di un vulcano cileno o forse dalle polveri e particolati immessi giorno dopo giorno in atmosfera dall'attività umana; se questa ultima ipotesi fosse confermata saremo certamente disposti a rinunciare all'emozionante colore rosso.

Un'altra caratteristica ben visibile durante la totalità è stata la non uniformità nella luminosità del disco lunare; si notava infatti un bordo molto scuro, quello opposto di colore giallo chiaro, collegati attraverso una sfumatura che ci mostrava diverse tonalità di rosso. Queste differenze di illuminazione e quindi di colore, sono dovute alla già ricordata non centralità della luna rispetto al cono d'ombra terrestre che permette ai raggi solari di raggiungere illuminandolo il bordo lunare più esterno.

Se durante la parzialità avevamo notato l'emergere di stelle di magnitudine via via crescente, durante la totalità, grazie anche al forte vento che aveva spazzato ogni traccia di nubi, era possibile osservare un cielo buio trapuntato di migliaia di stelle, che solo le fredde notti invernali ci sanno offrire. Approfittando quindi della lunga durata della fase di totalità (all'incirca un'ora e mezza) e della presenza del nuovo rifrattore Astro-Physics di Alberto Capriglioni, tra una fotografia e l'altra, abbiamo osservato alcuni oggetti di profondo cielo quali la nebulosa planetaria della Lira (M57) e l'ammasso globulare M13 in Ercole. Se queste osservazioni hanno stravolto non poco i piani di caccia fotografica di Alberto, ci hanno però permesso di osservare questi lontani oggetti celesti attraverso uno strumento che ne esaltava i colori ed i particolari ad un livello raramente raggiungibile da strumenti non professionali, aggiungendo così ulteriori emozioni ad una già ricca nottata. Grazie Alberto e grazie Astro-Physics!

Verso le 06.00 la comparsa di automobili nelle strade circostanti il sito osservativo ci ricordava che la notte della luna rossa stava volgendo al termine, anche se la fase di totalità sarebbe durata ancora qualche decina di minuti, dando così la possibilità a chi aveva deciso di non perdere la notte di osservare la fase culminante di questo fenomeno astronomico.

L'uscita dal cono di penombra alle 06.25 ci ha mostrato una luna molto bassa sull'orizzonte e quindi terribilmente distorta dalla turbolenza atmosferica. Lo spettacolo non era però ancora finito, infatti qualche decina di minuti più tardi la luna parzialmente eclissata tramontava dietro i pini delle pendici del monte Calisio.

Con un perfetto tempismo, come in una staffetta astronomica, mentre la luna tramontava, ad est sorgeva Venere che grazie alla sua luminosità, riusciva a competere con cielo rischiarato dalla prossima levata del sole, rimanendo così l'unico oggetto celeste visibile.

Il sole ci sorprese mentre stavamo smontando gli strumenti, ponendo la parola fine su quella splendida nottata; vista l'ora decidemmo di recarci immediatamente nel più vicino studio fotografico, per poter rivivere alla luce del sole le emozioni della notte grazie alle immagini immortalate nei numerosi scatti.

L'appuntamento è fissato per il prossimo anno, il 9 gennaio alle ore 20.50, quando una nuova eclisse totale di luna sarà visibile dall'Italia, inaugurando così un nuovo anno ricco di eventi astronomici.


Michele Bortolotti nasce a Trento nel 1974. Studente universitario, dedica il tempo libero all'astronomia occupandosi in particolare di attività solare e meteoriti.


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