Associazione Astrofili Trentini
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Notiziario n. 20 - Primavera 2000


Charles Messier

di Marco Murara (Associazione Astrofili Trentini)


Charles MessierCharles Messier (1730 - 1817) non si annovera tra quei grandi scienziati che hanno fatto la storia dell'astronomia, come per esempio Galilei o Newton. Tuttavia il suo nome ricorre spesso sulla bocca degli astrofili, poiché esso è indissolubilmente legato al catalogo di un centinaio tra gli oggetti più belli del cielo. Tentiamo di tracciarne un breve profilo biografico.

Charles Messier nacque a Badonvillier, in Lorena, il 26 giugno 1730. Poiché suo padre morì quando egli aveva appena undici anni e per di più era il decimo di dodici figli, ben poche erano per lui le possibilità di conseguire una buona istruzione. Ma fin da ragazzo sviluppò uno spiccato interesse per l'astronomia, interesse alimentato dall'apparizione, nel 1744, di una grande cometa con sei code e dalla visione, quattro anni più tardi, di una eclisse anulare.

All'età di ventuno anni, venne ingaggiato come disegnatore tecnico dall'astronomo Joseph-Nicholas de l'Isle. Ben presto rivelò notevoli doti di osservatore e fu quindi assunto presso l'Osservatorio dell'Hôtel de Cluny a Parigi.

Nel 1759, divenuto direttore dell'Osservatorio, Messier partecipò all'entusiasmo suscitato dalla conferma dell'esattezza delle previsioni formulate da Edmund Halley riguardo al ritorno della cometa che oggi porta il suo nome. Messier dedicò gran parte del suo tempo alla ricerca di nuove comete: a causa dell'innegabile successo raggiunto da Messier in questo campo, il re Luigi XV gli attribuì il soprannome di "Furetto delle Comete". Nel 1798 dichiarerà di averne trovate ben ventuno.

Fu proprio grazie all'assidua ricerca di comete che Messier arrivò ad osservare un gran numero di quegli oggetti che poi entrarono nel suo catalogo: la maggior parte delle osservazioni venne effettuata con il telescopio prediletto, un riflettore da 7,5 pollici, in seguito sostituito da un rifrattore da 3,5 pollici. Paradossalmente, quindi, Messier è passato alla storia non tanto per le comete da lui trovate, quanto piuttosto per l'elenco degli oggetti che per il loro aspetto nebuloso potevano trarre in inganno un "cercatore di comete".

La Nebulosa del Granchio (M1) venne esaminata per la prima volta il 12 settembre 1758, quando Messier stava osservando una cometa da lui trovata un paio di settimane prima nella costellazione del Toro. Negli anni successivi, sempre alla ricerca di comete, egli determinò la posizione di una quarantina di "oggetti ingannevoli", tra cui il grande ammasso globulare nell'Ercole (M13), la nebulosa del Cigno nel Sagittario (M17), la galassia di Andromeda (M31) e la nebulosa di Orione (M42).

Messier non si limitò alle osservazioni compiute da lui personalmente, ma si avvalse anche delle rilevazioni compiute da altri astronomi. Infatti, dei quarantacinque oggetti elencati nella prima edizione del catalogo, che venne pubblicata nel 1774, solamente diciassette furono scoperti da Messier medesimo. Il primo oggetto che si ritiene sia stato trovato da lui è l'ammasso globulare M3, che venne localizzato il 3 maggio 1764.

Poiché Messier non era un buon matematico, fece ricorso all'aiuto dell'amico Jean-Baptiste-Gaspard Bochart de Saron, magistrato del Parlamento di Parigi, per calcolare le orbite delle comete. Messier collaborò anche con il giovane astronomo Pierre François André Méchain. Tra il 1780 e il 1781, Méchain scoprì ben trentadue nuovi oggetti, dei quali riferì la posizione a Messier. Méchain fu il primo astronomo a rilevare l'insolita concentrazione di nebulose nella regione situata tra le costellazioni della Chioma di Berenice e della Vergine. Grazie alla sua segnalazione, Messier registrò nove oggetti nel corso di un'unica notte, il 18 marzo 1781.

L'11 maggio 1781 venne pubblicata una nuova edizione del catalogo: essa conteneva centotré oggetti, di cui quaranta trovati da Messier e ventisette da Méchain. Il 6 novembre di quello stesso anno, Messier fece una brutta caduta da un'altezza di circa otto metri e fu costretto ad astenersi dal lavoro per circa un anno, curato grazie al contributo finanziario di Bochart de Saron e di alcuni membri dell'Académie Royale des Sciences. Dopo essere guarito, alla fine del 1782 Messier riprese la sua attività astronomica, cercando nuove comete, osservando il transito di Mercurio sul Sole e dando il suo contributo allo studio del pianeta Urano, scoperto l'anno precedente da William Herschel.

Gli anni della Rivoluzione costituirono un periodo difficile per Messier, che da un lato perse la sua rendita di membro dell'Académie e dall'altro vide venir meno i finanziamenti che fino ad allora erano stati assicurati all'Osservatorio dell'Hôtel de Cluny. Il 20 aprile 1794, l'amico Bochart de Saron, che nel 1789 era divenuto presidente del Parlamento di Parigi, venne ghigliottinato alcuni giorni dopo che aveva calcolato l'orbita di una cometa scoperta l'anno prima da Messier. Con l'avvento al potere di Napoleone Bonaparte, la situazione migliorò notevolmente. Méchain fu nominato direttore dell'Observatorie de Paris, mentre Messier venne chiamato a far parte del nuovo Bureau des Longitudes.

Nel 1801, Messier avvertì la necessità di spiegare le motivazioni che lo spinsero a compilare il catalogo. Nelle effemeridi Connaissance des Temps di quell'anno scrisse:

"Ciò che mi ha spinto a compilare il catalogo è stata l'osservazione della nebulosa sopra il corno meridionale del Toro il 12 settembre 1758, mentre stavo guardando la cometa di quell'anno. La nebulosa assomigliava talmente alla cometa come forma e luminosità che mi sforzai di trovarne altre, affinché gli astronomi non confondessero più queste stesse nebulose con le comete che dovevano osservare".

Nel corso del ventesimo secolo sono stati aggiunti al catalogo altri sette oggetti, che furono osservati da Messier e da Méchain, ma che allora non entrarono nella lista. L'ultima "nebulosa", M110, una delle due piccole compagne della Galassia di Andromeda, venne inclusa nel 1966: essa fu scoperta da Messier il 10 agosto 1773 e raffigurata nel disegno che venne pubblicato nel 1807 (nell'illustrazione qui riprodotta è visibile in alto a destra).

Nel 1806 Messier fu insignito da Napoleone in persona con la Croce della Legion d'Onore. In cambio, l'anziano astronomo intitolò la grande cometa che era apparsa nel 1769 all'imperatore dei Francesi, nato appunto in quell'anno. Parzialmente paralizzato da un malore, Charles Messier si spense nella notte tra l'11 e il 12 aprile 1817, alla ragguardevole età di ottantasette anni.

Non si può dire che Messier fu un grande scienziato, ma si può a buon diritto affermare che egli fu un abilissimo osservatore. Conosciuto in vita come "cacciatore di comete", egli è passato alla storia grazie al catalogo degli oggetti nebulosi più facilmente osservabili nell'emisfero settentrionale.


Marco Murara, nato ventiquattro anni fa, ha conseguito la maturità classica nel 1995 e la laurea in giurisprudenza nel 1999. Suo interesse particolare è la storia dell'astronomia, cui si dedica attivamente da alcuni anni.


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