Associazione Astrofili Trentini
- Home - Direttivo - Notiziario - Attività - Biblioteca - Astronomica - Software - Cerca - Links -

Indice cronologico - Indice per autore - Indice per argomento


Le comete


Nelle scorse settimane si è fatto un gran parlare sui giornali ed alla televisione della cometa Hyakutake, l'evento astronomico dell'anno, almeno per la spettacolarità del fenomeno e per la diffusione mondiale che la sua fama ha avuto. Un gran numero di persone, anche qui in Trentino, hanno potuto osservare per la prima volta una cometa luminosa, con la splendente coda che brillava come un magico ventaglio celeste: il tempo non è stato clemente con gli appassionati di astronomia, ma la cometa si è resa visibile ugualmente, tra una nuvola e l'altra, in tutta la regione, dalle Dolomiti al lago di Garda. Gli astronomi e gli amanti del cielo hanno ricevuto in quei giorni febbrili le più svariate domande su questa cometa: quanto era grande, qual 'era la sua distanza, di quali sostanze era composta, eccetera. Cerchiamo di rispondere insieme a questi interrogativi, passando in rassegna le caratteristiche generali delle comete, in attesa che fra un anno, nella primavera del 1997, si renda visibile un altro spettacolare astro chiomato, la Hale-Bopp, già osservabile in questo periodo con un buon binocolo, e che si preannuncia come la cometa del secolo (anche se il condizionale, quando si parla di oggetti peculiari come le comete, è d'obbligo).

Il Sole, i pianeti con i loro satelliti e gli asteroidi non sono gli unici corpi del sistema solare; infatti a questa grande famiglia appartengono anche dei corpi strani e fantastici: le comete. L'apparizione nel cielo notturno di una cometa brillante costituisce un fenomeno spettacolare: questi piccoli corpi celesti vaganti nello spazio si presentano nelle forme più svariate, ma contrassegnate inequivocabilmente da una "coda", che può essere più o meno lunga e luminosa. Nell'antichità la presenza di una luminosa cometa nell'oscurità della volta celeste era spesso interpretata come un cattivo presagio da cui guardarsi e nel corso dei secoli fiorirono molte superstizioni al riguardo: le comete furono spesso associate a guerre, epidemie, carestie ed altri fenomeni di portata catastrofica. Gli imperatori cinesi temevano le apparizioni di comete luminose più dei loro nemici. D'altra parte ancora oggi è diffusa la superstizione che l'apparizione di una cometa porti sfortuna: è inutile dire che si tratta solo di una credenza popolare, senza fondamento scientifico. Se poi pensiamo che mediamente in un anno vengono scoperte circa 20 comete, allora dovremmo essere perennemente sfortunati!. Le comete provengono da una gigantesca "nuvola" composta da piccoli asteroidi di ghiaccio e roccia, che dista circa 10.000 Unità Astronomiche dal nostro Sistema Solare (l' Unità Astronomica è la distanza Terra-Sole, equivalente a 150 milioni di km), quindi situata molto oltre l'orbita di Plutone, il pianeta più distante dal Sole (solo 60 Unità Astronomiche). Questa regione ricca di comete prende il nome di "nube di Oort"; fu infatti l'astronomo olandese J.H.Oort ad ipotizzarne per primo l'esistenza. Quando il moto di una cometa viene perturbato per qualche ragione (di solito per l'influenza gravitazionale di stelle vicine), può accadere che essa entri in un'orbita che la porta a muoversi verso il Sole: avvicinandosi alla nostra stella la cometa può rendersi visibile nel cielo notturno, o addirittura anche di giorno, come la grande cometa del 1910.

La scienza ha svelato da lungo tempo la reale natura delle comete: l'astronomo americano Whipple le definì come delle "palle di neve sporca", e si avvicinò molto alla verità. Il nucleo di una cometa è infatti composto da ghiaccio d'acqua frammisto a roccia e polvere: le sue dimensioni sono molto piccole rispetto alla Terra, pochi km di diametro (in media tra i 10 e i 30 km) contro i 6.000 km del nostro pianeta. Tuttavia quando la cometa si avvicina al Sole dà origine alla ben nota coda, che può essere lunga svariati milioni di km: come è possibile questo fenomeno? Il ghiaccio presente nel nucleo cometario, quando viene riscaldato dal Sole, sublima (il ghiaccio cioè passa direttamente dallo stato solido a quello gassoso, del vapore) e viene disperso nello spazio. La cometa forma in questo modo la "chioma", una regione di gas e polveri che si estende attorno al nucleo per svariate centinaia di migliaia di km. Il vento solare, un insieme di particelle che vengono espulse continuamente dalla cromosfera e dalla corona della nostra stella (vedere a questo proposito Postergiovani n.17), fa il resto. Così come sulla Terra il vento fa assumere al fumo di un falò la forma di una striscia allungata nel cielo, così il vento solare "colpisce" la chioma cometaria allungandola: la striscia che ne deriva costituisce la lunga coda delle comete, resa visibile dalla radiazione solare. Poichè il vento solare preme sulla chioma sempre nella medesima direzione, che va dal Sole verso l'esterno del Sistema Solare, la coda punta sempre in questa direzione, e perciò quando la cometa si avvicina al Sole la coda "segue" la chioma, mentre quando se ne allontana la coda "precede" la chioma.

In prossimità del Sole la coda raggiunge la sua massima estensione: la grande cometa del 1843 aveva una coda di 300 milioni di km, come la distanza Sole-Marte! Alcune comete ritornano nel sistema solare periodicamente, e proprio per questo motivo sono chiamate periodiche: la più famosa tra queste è sicuramente la cometa di Halley, che fu visibile l'ultima volta nel 1986, e tornerà a mostrarsi nel 2061. La cometa Hyakutake ha invece un periodo calcolato di 20.000 anni: le speranze di rivederla sono davvero poche! La cometa con il periodo più corto è la Encke; si rende visibile circa ogni tre anni. All'estremo opposto troviamo la cometa Delavan, che fu osservata nel 1914: dovrebbe tornare in prossimità della Terra fra 24 milioni di anni!

Molte altre comete invece passano nelle vicinanze del nostro pianeta solo in una occasione, perdendosi poi per sempre nelle profondità degli spazi cosmici. In alcuni casi esse transitano molto vicino alla Terra: la Hyakutake, il 26 marzo, si è trovata a "soli" 15 milioni di km dal nostro pianeta, ma la cometa di Lexell, nel 1770, giunse 10 volte più vicino! In quesi casi il nostro pianeta attraversa la coda della cometa, ma le particelle che la compongono non hanno alcune effetto sull'ambiente, in quanto vengono respinte dall'atmosfera. A tal proposito il noto fenomeno delle stelle cadenti è strettamente collegato ai passaggi "ravvicinati" delle comete: nei loro ripetuti transiti intorno al Sole le comete lasciano una scia di particelle più o meno piccole (le stesse che formano la coda). Quando la Terra nella sua orbita attorno al Sole incontra questi "relitti" delle comete si ha il fenomeno delle stelle cadenti: i minuscoli detriti penetrano nella atmosfera terrestre e a causa del loro attrito con l'aria si incendiano dando luogo alle tipiche scie luminose caratterisiche di questo fenomeno. Di solito questi frammenti incendiati sono così piccoli (a volte pesano meno di un grammo) che si dissolvono completamente nell'atmosfera, altre volte sono sufficientemente grossi da riuscere a giungere a terra, anche se notevolmente rimpiccioliti.

Spesso accade che le comete passano così vicino ad un pianeta che il loro piccolo nucleo viene spezzato dalla forza gravitazionale della grande massa del pianeta: è accudato con la cometa Schoemaker-Levy mel 1994 in occasione del passaggio ravvicinato con Giove (il nucleo si frammentò in più di 20 parti), ed è successo anche alla Hyakutake, il cui nucleo si è "rotto" in due, dopo il passaggio ravvicinato del 26 marzo scorso. Normalmente una cometa prende il nome del suo scopritore (la Hyakutake è stata infatti scoperta dall'astrofilo giapponese Yuji Hyakutake), e di seguito riceve una lettera corrispondente all'ordine della sua scoperta nell'anno. Così la prima cometa ad essere scoperta nel 1996 è stata la 1996a, la successiva la 1996b e così via. Spesso sono gli astrofili a scoprire le comete, dedicandosi assiduamente alla loro ricerca: il dilettante australiano Bill Bradfield ne ha scoperte ben 13!

Come possiamo osservare questi splendidi oggetti celesti? Naturalmente per quelle più luminose basterà la semplice osservazione ad occhio nudo, aiutata magari da una carta celeste che mostri le stelle più brillanti in quella zona, in modo da facilitarne l'individuazione. Per le comete più deboli è sempre consigliabile l'uso del binocolo, che spesso permette di osservare dettagli della chioma e della coda, come zone più o meno dense, o improvvisi aumenti di luminosità. Consigliamo anche ai nostri giovani lettori di rivolgersi agli astrofili, che volentieri mettono a disposizione la loro esperienza per aiutare i neofiti nell'osservazione delle meraviglie del cielo.


Christian Lavarian (lavarian@science.unitn.it)
aprile 1996


Indice cronologico - Indice per autore - Indice per argomento

- Home - Direttivo - Notiziario - Attività - Biblioteca - Astronomica - Software - Cerca - Links -