Associazione Astrofili Trentini
- Home - Direttivo - Notiziario - Attività - Biblioteca - Astronomica - Software - Cerca - Links -

Indice cronologico - Indice per autore - Indice per argomento


Salviamo la notte


Ha preso ufficialmente il via lunedì 12 luglio, nella cornice alpina di Vienna, il meeting dell'Unione Astronomica Internazionale, l'organizzazione più autorevole in campo scientifico che da cent'anni riunisce migliaia di astronomi da tutto il mondo.

"Lo sfruttamento dello spazio, in rapida accelerazione, sta rapidamente degradando un ambiente che è stato dichiarato comune eredità dell'umanità" osserva Johannes Andersen, segretario dell'associazione. E aggiunge: "Poiché gli astronomi usano strumenti estremamente sensibili per studiare sorgenti molto deboli e lontane nell'universo, sono i primi a risentire degli effetti di questo degrado. Tuttavia, non resteranno i soli tanto a lungo."

L'incontro di Vienna si focalizzerà in particolare sulle tre minacce considerate più pressanti per l'astronomia moderna. Nello spazio, l'interferenza alle radiofrequenze da parte dei satelliti per le telecomunicazioni e dalla crescente domanda di larghezza di banda per questi servizi oscura il futuro della radioastronomia. I detriti spaziali mettono sempre più in pericolo i satelliti scientifici, e interferiscono con le osservazioni da Terra. In superficie poi, l'inquinamento luminoso ha già reso inservibili per scopi osservativi enormi regioni del pianeta. Al convegno viennese "Preserving the Astronomical Sky" la scommessa è salvare gli interessi di una scienza che ha permesso all'uomo progressi eccezionali a fronte degli smodati interessi commerciali che in nome del mercato stanno condizionando anche il nostro cielo.

È facile rendersi conto che la nostra civiltà ha fatto dell'illuminazione selvaggia una sua caratteristica peculiare. Le immagini da satellite riprese durante le ore notturne mostrano il nostro pianeta illuminato da una fitta trama di luci, le quali disegnano con grande fedeltà il profilo tecnologico delle nazioni: USA, Europa e Giappone, i cui abitanti costituiscono 1/4 della popolazione mondiale, consumano da soli 3/4 dell'energia che vediamo risplendere di notte. Ogni anno sono in questo modo sprecati almeno 5 milioni di Megawatt!

Tutto ciò, agli occhi dello studioso, mostra la dispendiosa tendenza ad illuminare senza alcuna utilità il cielo, impedendo in gran parte del globo le osservazioni celesti, ormai possibili, a livello altamente professionale e con grandi telescopi, solo in luoghi isolati e difficilmente accessibili (deserti, zone montagnose ...). Basti pensare, a tal proposito, che il telescopio nazionale italiano è stato costruito alle isole Canarie, nell'impossibilità di trovare un sito sul nostro territorio che sia sufficientemente scuro di notte. Come si diffonde l'inquinamento luminoso? Quando osserviamo una zona di cielo, il nostro sguardo attraversa un certo volume di atmosfera e quindi raccoglie la luce che le particelle in sospensione diffondono: gran parte di questa luce è quella dispersa dall'illuminazione pubblica. A causa di tale diffusione l'inquinamento luminoso si fa sentire anche a grande distanza dalle città che ne sono le sorgenti.

Limitare tale problema è piuttosto semplice: per prima cosa si devono usare lampade che illuminano la terra e non il cielo. Anche se ciò può sembrare banale ed evidente, risulta da più indagini che oltre il 30 % dell'energia luminosa viene diretta inutilmente verso l'alto e quindi sprecata. Una possibile soluzione a questo inconveniente richiederebbe l'utilizzo di lampade direzionali con opportune schermature per l'illuminazione stradale (responsabile di gran parte dell'inquinamento), il cui costo sarebbe del tutto analogo a quelle comunemente in uso. La spesa di sostituzione verrebbe largamente colmata in pochi mesi dal risparmio energetico conseguente. Il risparmio in questo senso sarebbe notevole: l'Italia avrebbe una riduzione di spesa di quasi 350 miliardi l'anno.

Controllare invece la qualità della luce è meno immediato. Sono preferibili per diversi motivi le lampade monocromatiche, come quelle al sodio a bassa pressione. A fronte di molti vantaggi vi è tuttavia un lato spiacevole, puramente estetico, che fa ancora preferire le vecchie lampade ad incandescenza nella maggior parte dei casi: i dispositivi di illuminazione al sodio emettono luce gialla e hanno per questa ragione l'effetto di conferire alle cose e alle persone una colorazione poco gradevole, oltre all'impossibilità di distinguere i colori reali. Sono state proprio ragioni di carattere estetico a bloccare per molto tempo i progetti per ridurre l'inquinamento luminoso, che è così aumentato a dismisura in tutto il pianeta.

La tutela dell'ambiente è oggi un problema di grande importanza, che coinvolge in prima persona le istituzioni così come i cittadini, richiamati con insistenza al rispetto del pianeta su cui vivono. Sorprende tuttavia il fatto che l'attenzione sia rivolta in massima parte alla tutela di foreste, ambienti montani o marini, mentre quasi nulla è fatto per salvaguardare uno dei patrimoni naturali assolutamente più preziosi: la notte, il contatto più diretto che l'uomo ha avuto per millenni con i misteri ed il fascino del creato.


Christian Lavarian (lavarian@science.unitn.it)
luglio 1999


Indice cronologico - Indice per autore - Indice per argomento

- Home - Direttivo - Notiziario - Attività - Biblioteca - Astronomica - Software - Cerca - Links -