Cos'è la meteoritica

La meteoritica, o meteoroastronomia, è la scienza che studia le meteoriti. Potrebbe sembrare una scienza oscura, altamente specifica, ma in realtà è una scienza multidisciplinare, che richiede un'ampia base di conoscenze. I buoni meteoroastronomi devono possedere nozioni di astronomia, astrofisica, geologia, mineralogia, petrologia, chimica, metallurgia e perfino biologia.

Attraverso lo studio delle meteoriti, gli scienziati hanno l'opportunità di studiare le condizioni che esistevano durante e immediatamente dopo la formazione del nostro sistema solare, nonché la planetologia degli asteroidi, della Luna e di Marte. Per questi scienziati, e per un numero crescente di collezionisti, le meteoriti sono degli antichi messaggeri della Natura.


Indice della pagina:


Meteoriti: i primi anni

Le meteoriti sono state usate e venerate da numerose società per migliaia di anni. L'ottaedrite Willamette (Oregon, USA), l'ottaedrite Campo del Cielo (Argentina) e le ottaedriti Cape York (Groenlandia occidentale) furono utilizzate dagli indigeni come fonte di ferro per utensili e gioielli per centinaia, se non migliaia, di anni prima dell'arrivo degli Europei. La pietra di Frigia, che sarebbe caduta nel 2000 a.C., venne adorata dagli antichi Romani per secoli; inoltre, sono state rinvenute delle meteoriti all'interno di tombe egiziane.

Molte culture primitive riconoscevano che certe pietre erano cadute dal cielo, sia per rispettare le tradizioni orali, sia per spiegare l'insolita natura metallica delle pietre. Ma secondo gli scienziati del Rinascimento e delle epoche successive, dire che le pietre cadevano dal cielo era frutto di superstizione, o peggio di eresia.

[Torna all'indice della pagina]


Verso l'Illuminismo

Le tracce della meteoritica nel mondo occidentale possono essere seguite fino a più di 500 anni prima del memorabile 1492. La prima caduta che è stata osservata e della quale si conserva ancora del materiale è la condrite L Nagata (Giappone), che cadde nell'861 d.C.

In una chiara mattinata al principio del novembre 1492, una condrite del peso di 130 chilogrammi terminò violentemente il suo viaggio di milioni di anni colpendo la Terra vicino alla cittadina di Ensisheim in Alsazia (oggi francese, allora tedesca). La caduta fu ben osservata e si realizzò una xilografia dell'evento, ma l'unico documento ufficiale fu di natura politica. L'imperatore di Germania Massimiliano si trovò a passare proprio di lì poche settimane dopo e colse l'occasione per dichiarare che la meteorite era un segno della collera divina per la guerra che i francesi stavano facendo al Sacro Romano Impero. I 55 chilogrammi che rimangono di questa meteorite sono conservati presso il municipio di Ensisheim.

I secoli successivi furono segnati da un graduale miglioramento del metodo scientifico e da ulteriori testimonianze di pietre cadute dal cielo: infine, tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, le due strade si incontrarono.

Negli anni a cavallo tra i due secoli, si verificò un gran numero di cadute di meteoriti. Nel 1794 Ernst Friedrich Chladni, considerato il padre della meteoritica, pubblicò un libro nel quale sosteneva che le pietre cadevano effettivamente dal cielo e che erano da associarsi con i bolidi. Grazie alle centinaia di racconti di testimoni oculari, molti scienziati cominciarono a condividere queste affermazioni. Nel suo libro, tuttavia, Chladni faceva un ulteriore passo avanti, concludendo che tali oggetti potevano provenire soltanto dallo spazio. Per questa asserzione egli fu subito messo in ridicolo e poi ignorato.

Il 26 aprile 1803, centinaia di frammenti di condrite L bombardarono L'Aigle in Normandia (Francia). Il fenomeno venne studiato da Jean-Baptiste Biot, membro dell'Académie Royale des Sciences. Fino a quel momento la posizione dell'Académie era stata estremamente critica nei confronti della teoria di Chladni, ma dopo le analisi di Biot si cominciò ad accettare il fatto che le rocce cadevano dallo spazio.

[Torna all'indice della pagina]


Thomas Jefferson e gli yankee

All'inizio dell'Ottocento le notizie viaggiavano molto lentamente. Le novità potevano impiegare mesi o anni prima di essere ricevute, analizzate, pubblicate e divulgate.

Nel 1807, in una gelida mattina di dicembre, il giudice Wheeler stava camminando nei pressi della sua casa a Weston (Connecticut, USA) e rimase sorpreso nello scorgere una palla di fuoco muoversi sopra l'orizzonte settentrionale: la vide poi raggiungere un punto quasi allo zenit, dove emise qualche bagliore e infine scomparve.

Alcuni istanti dopo egli udì un grande rumore. Fragoroso e rombante, il rumore crebbe fino ad un livello spaventoso. Quindi ci fu un suono sibilante, come se stesse cadendo qualcosa. Alzando lo sguardo, il giudice vide una piccola pietra colpire un edificio lì appresso, rimbalzare e rotolare sull'erba. Egli decise quindi di contattare la vicina Yale University, chiedendo che si facessero delle ricerche su questo fenomeno.

Due professori molto scettici si fecero avanti per esaminare la questione, pronti a sfatare la storia delle pietre cadenti dal cielo. I due condussero una ponderosa indagine: riconobbero che quelle rocce erano differenti da qualsiasi altra roccia che avessero mai visto e furono testimoni del fatto che la gente del luogo le estraeva da buche nei prati e nei campi. Finalmente, i due saggi professori di Yale conclusero che le pietre dovevano essere cadute dal cielo.

La storia giune fino alla Casa Bianca, a Washington. Il presidente Thomas Jefferson era uno scienziato, oltre che uno statista. Quando sentì questa strana storia dichiarò che non poteva essere vera: ma i suoi consiglieri insistettero che le pietre erano state viste cadere dal cielo e che due professori di Yale, i quali avevano esaminato il fenomeno, avevano attestato la veridicità di questo fatto.

Thomas Jefferson, presidente degli Stati Uniti d'America, rispose con grande scetticismo: "Signori, preferisco credere che due professori yankee abbiano mentito, piuttosto che credere che le pietre cadano dal cielo".

Non si sa se le parole di Jefferson siano mito o realtà, se esprimessero la sua reale convinzione o se fossero l'occasione per un arguto virginiano di lanciare una frecciata a due "yankee". D'altra parte non è importante saperlo. Importante è invece notare che la storia riflette lo stato d'animo di una comunità scientifica impegnata nel tentativo di conciliare le osservazioni con le proprie radicate convinzioni.

[Torna all'indice della pagina]


Ci siamo ancora?

La meteoritica ha compiuto progressi significativi negli ultimi due secoli, e in particolare negli ultimi cinquant'anni, comprendendo che cosa sono le meteoriti e di che cosa sono fatte. Le meteoriti sono state suddivise in dozzine di classificazioni; i loro componenti sono state determinati con una precisione tale da parlare di parti per milione; le loro origini asteroidali e planetarie sono state accertate.

Ma a scapito di tutte le informazioni acquisite e degli studi volti a determinare una quantità sempre maggiore di dettagli, nessuno riesce a comprendere veramente come e quando le meteoriti si siano formate, né quale sia il loro rapporto con la formazione del nostro sistema solare. I condri costituiscono un particolare mistero: come hanno potuto formarsi quelle sfere vetrose, prima di venire incorporate nella massa dei corpi condritici? quali energie furono necessarie e da dove provennero?

Negli anni '40 e '50 del Novecento, gli scienziati si chiedevano ancora se le formazioni geologiche come il Meteor Crater (Arizona, USA) fossero dovute ad un vulcano o ad un impatto. La comprensione delle meteoriti è ancora incerta e saranno necessarie ulteriori analisi, osservazioni e riflessioni. Capire le meteoriti significherà capire come si forma un sistema solare: forse avremo bisogno di vederne uno in formazione, prima di comprendere appieno le meteoriti.


[ Cosa sono le meteoriti | Fotografie | Cos'è la meteoritica | Links | Home Page ]

© New England Meteoritical Services

Marco Murara